L’uomo più ricco del mondo
Dittatura finanziaria Criminalità finanziaria Finanza
By CptHook On 21 Gennaio 2023 55, 286
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Pubblichiamo questa prima parte di un lunghissimo saggio (21.000 parole) di Larry Romanoff. Avrei voluto suddividerlo in unità più brevi di circa 3.000 parole, ma 7 puntate sarebbero risultate decisamente dispersive; cercherò di farcela in 4, opportunamente scadenziate. Per buona parte dei nostri lettori l’argomento non è certamente nuovo ma, probabilmente, non erano chiari gli ordini di grandezza (stimata) che Larry ci presenta. Per tutti gli altri meno “scafati” ritengo che potrà essere una lettura interessante; ove non lo fosse, siete pregati cortesemente di non dirmelo, per rispetto ai miei poveri e stanchi occhi… Per chi volesse fare confronti o verifiche a fronte del testo originale, inserisco questo link ai diversi significati delle unità monetarie utilizzate, onde chiarire meglio i diversi modi di esprimerle utilizzati nella traduzione.
Larry Romanoff – The Unz Review – 21 novembre 2022
Lo scopo di questo saggio è triplice: (1) portare all’attenzione dei lettori l’esistenza di una cospirazione di lunga data sull’identificazione dell’Uomo più ricco del mondo, (2) escludere dalla contesa l’attuale lista di candidati e (3) documentare che un piccolo numero di famiglie ebraiche di banchieri che operano nella City di Londra detengono da generazioni questi record di ricchezza con fortune che sono ordini di grandezza superiori a qualsiasi cosa si possa immaginare. Affronterò questi punti in ordine inverso e alla fine mi occuperò dell’attuale gruppo di ragazzi prodigio.
Non pretendo di poter documentare in modo inconfutabile tutte le affermazioni fatte in questo saggio, né di poter dimostrare in modo definitivo tutte le deduzioni fatte. L’argomento è tale che troppe delle prove legali necessarie sono irrimediabilmente nascoste alla vista e all’accessibilità del pubblico, e in molti casi dobbiamo affidarci alla logica e alle prove circostanziali per sostenere le nostre affermazioni e deduzioni. Anche se le prove non sono così complete come si vorrebbe, questo livello di supporto probatorio è spesso sufficiente, soprattutto quando i nostri casi seguono uno schema consolidato e disponiamo di tali ragionamenti e prove in massa. Le descrizioni e le prove contenute in questo saggio serviranno almeno a fornire una base ragionevole di comprensione e a “richiamare l’attenzione su alcune delle grandi forze che hanno plasmato il nostro mondo“. Le cifre presentate in questo saggio non sono intese come calcoli precisi, ma per impressionare i lettori sulla grandezza dei numeri e delle quantità con cui abbiamo a che fare.
Il potere dell’interesse composto
Gran parte di questo saggio dipende da una sola e semplice tesi: chi possiede enormi ricchezze non le lascia inutilizzate, ma le mette costantemente a frutto; il denaro è sempre al lavoro. Viene prestato per finanziare guerre e colonizzazioni, per acquistare imprese legittime, per stabilire il controllo sui governi e sulle economie nazionali e altro ancora.
Per quanto riguarda i tassi d’interesse per l’accumulazione a lungo termine, tendiamo a pensare che i tassi d’interesse storici siano molto bassi, forse solo l’1% o il 2%, ma raramente è stato così. Il motivo per cui Abraham Lincoln ricorse alla stampa dei suoi “Greenbacks” come moneta fu che Rothschild pretese un tasso di interesse del 24% per finanziare l’Unione nella guerra civile americana. Ci sono molti altri esempi di questo tipo, poiché il finanziamento delle guerre comportava in particolare alti tassi di interesse. Nel 1500 e nel 1600 le obbligazioni perpetue olandesi emesse dagli ebrei avevano tassi del 10% e del 12%; nel 1600 Genova emise gran parte del suo debito al 9%. Per i calcoli dell’interesse composto in questo saggio ho utilizzato un tasso del 5%, una scelta certamente arbitraria ma che appare ragionevole e conservativa nel contesto generale. I grafici allegati della Banca d’Inghilterra sembrano giustificare questa scelta [1], [2].
Tasso bancario di base
Inflazione e tassi d’interesse
Alcune informazioni sulle società
Molte delle più grandi aziende del mondo sono possedute e controllate da ebrei, molte di queste da pochi eletti della City di Londra, ma anche molte al di fuori di questo piccolo gruppo. Le principali compagnie petrolifere del mondo sono controllate da interessi ebraici, così come le maggiori aziende farmaceutiche, molti dei produttori di armi e le compagnie aeree mondiali, una parte preponderante della capacità di trasporto del mondo e molte altre industrie che normalmente non vengono in mente. È impossibile ottenere l’accesso a tutte le informazioni necessarie per poter anche solo azzardare un’ipotesi sul valore delle proprietà aziendali di queste persone, ma si consideri che praticamente tutti i media in Occidente e gran parte dei principali mezzi di comunicazione nel resto del mondo, compresi il cinema e l’editoria libraria, sono di proprietà o controllati da ebrei. Ci sono aziende internazionali che valgono in totale molti bilioni di dollari che sono interamente ebraiche; Nestle, Sanofi, Monsanto, sono solo alcune tra le centinaia di queste. Non possiamo sapere facilmente quale parte di questo valore sia riconducibile al nostro manipolo di banchieri ebrei della City di Londra, quanto sia stato finanziato e controllato da quel centro, ma non è trascurabile.
Le cose non sono sempre come sembrano. Molte delle grandi fortune del mondo sono state finanziate da Rothschild o da altri appartenenti a quella cerchia ristretta e quindi c’è una proprietà nascosta che non verrà mai rivelata. Spulciando tra i documenti storici, a volte si scopre che un uomo molto ricco ha lasciato un patrimonio di pochi milioni di dollari. Non è un segreto, anche se apparentemente non molto conosciuto, che uno dei Rothschild abbia finanziato la creazione della Standard Oil da parte di Rockefeller, e che abbia fatto lo stesso con l’impero siderurgico di Andrew Carnegie e la fortuna ferroviaria di Harriman negli Stati Uniti, tra gli altri. Il finanziamento avveniva di solito attraverso J. P. Morgan, che fu un agente dei Rothschild per tutta la sua carriera e, di fatto, gli stessi interessi bancari di Morgan erano molto più ebrei europei che americani. Vale la pena di portare questo fatto all’attenzione dei lettori, poiché sembra che gran parte della ricchezza delle famose famiglie americane ed europee non fosse realmente loro, ma appartenesse invece a finanzieri ebrei di primo piano. Oggi Google, Facebook, Tesla, Amazon, Starbucks e molti altri fanno parte di questa categoria, aziende che non avrebbero potuto raggiungere il loro livello di controllo del mercato senza un forte finanziamento e un’intensa pianificazione provenienti da altre parti.
Sono stati condotti numerosi studi sugli intrecci tra proprietà e controllo delle società, con conclusioni coerenti sul fatto che solo 400 società, e forse addirittura 250, possiedono direttamente o almeno controllano più del 40% di tutto il valore quotato in tutte le borse valori del mondo [3], [4], [5]. Ma dietro quelle 400 o 250 società c’è lo stesso numero di uomini che le controllano. Anche se la maggior parte delle grandi aziende è quotata in borsa, con centinaia di milioni di azioni in circolazione, non possiamo sapere dove si trovi il vero controllo. Sempre più spesso molte azioni sono detenute da procuratori come Blackrock o Blackstone o altri gruppi di investimento, e non abbiamo informazioni sulla classificazione delle azioni o su altre restrizioni al voto e al controllo.
Inoltre, il pubblico non dispone di informazioni sugli intrecci di amministratori che hanno un controllo assoluto giorno per giorno, anche su tutte le decisioni finanziarie. Ma soprattutto, non è necessario possedere una pluralità di azioni se si controlla il Consiglio di Amministrazione o se questo legge lo stesso copione. Queste persone possono svuotare le casse di una società per pagare dividendi illimitati esentasse attraverso un paradiso fiscale, e farlo senza nemmeno attirare il malcontento degli azionisti comuni, che raramente hanno una grande comprensione di queste questioni.
Molte banche europee rientrano in questa categoria, per la maggior parte sono di proprietà ebraica e sono strettamente controllate. Le poche decine di banche europee più grandi, come HSBC, BNP Paribas, Lloyd’s, hanno un capitale di mercato di migliaia di miliardi e un patrimonio di oltre 30.000 miliardi di euro. Le principali banche nordamericane, come Goldman Sachs, Citigroup, Wells Fargo, sempre di proprietà di ebrei, hanno un capitale di mercato di oltre 1,5 bilioni di dollari e un patrimonio equivalente. Inoltre, abbiamo letteralmente centinaia di banche di proprietà ebraica in Svizzera e in altri Paesi che non compaiono in nessun elenco.
Molte delle più grandi compagnie di assicurazione e riassicurazione del mondo sono di proprietà di ebrei, con una capitalizzazione di mercato complessiva di migliaia di bilioni, e non c’è modo di dare un valore ai Lloyd’s di Londra, una piattaforma assicurativa mondiale che non ha praticamente prezzo. Poi ci sono le compagnie petrolifere; la Royal Dutch Shell da sola ha un capitale di mercato di oltre 200 miliardi di dollari, e ce ne sono molte, controllate da ebrei sufficienti, come vedremo, a controllare il prezzo mondiale del petrolio.
Le due maggiori aziende di beni di largo consumo, Unilever e P&G, entrambe ebraiche, hanno un capitale di mercato combinato di oltre mezzo bilione di dollari. Le aziende legate a Internet, come Google, Meta, Amazon, Dell, Oracle, tutte ebraiche, hanno un capitale di mercato complessivo di quasi 5.000 miliardi di dollari. Le case di moda e le aziende di gioielleria del mondo, per lo più di proprietà o controllate da ebrei, come Swarovski, YSL, LVMH, Cartier, Hermès, Estee Lauder, L’Oréal, hanno un capitale di mercato di oltre 1.000 miliardi di dollari, e ci sono centinaia di aziende di gioielleria, tagliatori e commercianti di diamanti, commercianti d’oro, che operano dietro le quinte, anch’esse di proprietà di ebrei e che valgono complessivamente bilioni di dollari.
I principali produttori di armi e armamenti, che hanno sempre avuto un’alta percentuale di proprietà e di controllo ebraico, hanno un valore di mercato vicino ai mille miliardi di dollari. Un altro esempio è rappresentato dalle principali aziende alimentari del mondo, sempre in maggioranza di proprietà ebraica. Nestlé, un’azienda interamente ebraica, possiede più di 2.000 marchi alimentari con un capitale di mercato di circa 1/3 di bilione di dollari. Pepsico è la seconda azienda alimentare più grande al mondo e possiede centinaia di marchi importanti, e molte altre come Kraft Heinz, Mondelez, Danone, Anheuser-Busch Inbev, Coca-Cola, Diageo, Starbucks, hanno un capitale di mercato combinato di almeno 1,5 bilioni di dollari. Le maggiori aziende farmaceutiche del mondo sono tutte di proprietà ebraica, con un capitale di mercato complessivo di circa 4.000 miliardi di dollari.
Le principali società di media nordamericane (tutte di proprietà di ebrei) hanno un capitale di mercato di oltre 1.000 miliardi di dollari, con cifre maggiori per i media europei, anch’essi in gran parte di proprietà ebraica e praticamente tutti controllati da ebrei. E questo senza considerare le loro partecipazioni in America Latina, Asia e Africa. E ci sono letteralmente centinaia di aziende di proprietà ebraica che non rientrano facilmente nelle categorie di cui sopra, tra cui tutto ciò che va da H&R Block a Mattel e Hasbro, Monsanto, Ben and Jerry’s. L’elenco è quasi infinito. Collettivamente, il loro valore e la loro influenza sono enormi.
Il vero potere: le dinastie familiari
Quando leggiamo di un Bill Gates o di un Warren Buffett, tendiamo a pensare in termini semplici a qualcuno che avvia un’azienda con una buona idea e nel corso della vita costruisce un’impresa enorme che oggi vale molti miliardi. Ma questo ragionamento è semplicistico perché stiamo confinando i nostri pensieri a una sola generazione. Le persone di cui ci occupiamo qui sono dinastie familiari che hanno accumulato le loro fortune per dieci o addirittura venti generazioni. Con i Rothschild, i Sassoon e tanti altri, stiamo tornando indietro al 1600 e al 1700, con dinastie familiari che si sono espanse enormemente nel corso dei secoli e hanno mantenuto il controllo sulle loro ricchezze sempre più vaste attraverso l’elusione delle tasse di successione, i matrimoni rigorosamente “interni” e i programmi condivisi.
Le più grandi di tutte le dinastie familiari sono nascoste alla vista, espunte dai media, cancellate dai libri di storia e non attirano quasi mai l’attenzione del pubblico. Sono tutti ebrei: Rothschild, Sassoon, Sebag-Montefiori, Warburg, Lehman, Goldman e tanti altri nomi che forse non avete mai sentito nominare. Ecco un elenco di alcuni banchieri ebrei, che rappresentano forse solo il 25% di loro, la maggior parte dei quali ha iniziato le operazioni bancarie, finanziarie e industriali all’inizio o alla metà del 1800, quindi con una media di quasi 200 anni, e molti dei quali hanno dato vita a dinastie familiari ebraiche che continuano ancora oggi, completamente al di fuori dell’attenzione pubblica.
Rothschild, Sassoon, Warburg, Moses Montefiori, Sebag-Montefiori, Kadoorie, Lehman, Israel Moses Seif, Kuhn Loeb, Goldman Sachs, Salomon, Schiff, Joseph Hambro, J. Henry Schroder, Samuel Montagu, Emile e Isaac Péreire, fratelli Lazard, fratelli Speyer, fratelli Seligman, fratelli Stern, fratelli Barnato, Ernest Oppenheimer, Abraham Oppenheim, Carl Fuerstenberg, Jacob Goldschmidt, Oskar Wassermann, Hirsch, Raphael Jonathan Bischoffsheim, Hambro, Isaac Glückstadt, Levy Martin, Markus Rubin, Goldsmid, Rosenthal, A. Dunkelsbueler, Eugen Gutmann, Herbert Gutman, Wagg and Co, famiglia Mèdici, Speyer, Speyer-Elissen, Emile Erlanger, S. Japhet, Ernest Cassel, Carl Meyer, Achille Fould, Luigi Luzzatti, Wertheimer and Gompertz, Lippman [6], [7], [8].
Ho un grafico sul mio computer che mostra le partecipazioni della dinastia Rothschild, visualizzate come un organigramma con piccole caselle che indicano le partecipazioni e linee ovunque che indicano la proprietà e il controllo. È così grande che per stamparlo in caratteri il più possibile leggibili occorrerebbe un foglio di carta grande mezzo metro. Rothschild ha recentemente creato una nuova banca solo per gestire le sue proprietà terriere confiscate ai Paesi poveri. È difficile ottenere informazioni concrete perché molte di queste attività sono svolte attraverso banche senza nome, agenti, società collegate e gestite attraverso innumerevoli paradisi fiscali. Rothschild possiede, tra l’altro, Sanofi Pharma con una capitalizzazione di 125 miliardi di dollari, l’Economist e IHS che è il più grande operatore di torri mobili in Africa [9].
Anglo American fu fondata da Ernest Oppenheimer, un ebreo tedesco. Con sede nella City di Londra, è una delle 250 aziende più grandi del mondo e produce oro, diamanti, altri metalli e quasi la metà del platino mondiale. Le sue filiali e i suoi investimenti sono troppi per essere elencati. Alla morte di Ernest gli è succeduto il figlio Harry, che è diventato anche presidente di De Beers, per cui si può notare come le famiglie integrino e razionalizzino le loro partecipazioni.
In Svezia i Wallenberg ebrei sono in affari da 200 anni e oggi possiedono la maggior parte dei grandi gruppi industriali svedesi come Enskilda Bank, Ericsson, Electrolux, ABB, SAAB, SAS Group, SKF, Atlas Copco e Nasdaq. Già 50 anni fa, le aziende della famiglia Wallenberg impiegavano il 40% della forza lavoro industriale svedese e rappresentavano il 40% del valore totale del mercato azionario di Stoccolma. La capitalizzazione di mercato di solo dieci delle loro aziende ammonta a quasi 350 miliardi di dollari, molti dei quali sono stati “sepolti” in trust e nascosti in paradisi fiscali. Swarovski, con il suo falso “cristallo”, è un’altra dinastia ebraica di 150 anni.
Per questo saggio, ignorerò gran parte della storia passata di queste famiglie ebraiche e inizierò dai primi anni del 1800, ma va notato che queste “fortune familiari” Khazar sono iniziate centinaia di anni prima. C’è stata la bolla (ebraica) dei tulipani olandesi, la bolla (ebraica) dei mari del Sud, le Compagnie britanniche e olandesi delle Indie Orientali (ebraiche) e molte altre simili. Ci sono stati i secoli del commercio degli schiavi, la riscossione delle imposte e molto altro ancora. Tralascerò tutto questo.
Un tempo l’India era quasi certamente la nazione più ricca del mondo, con riserve d’oro, argento e gemme preziose degne di favole e leggende. La Compagnia britannica delle Indie orientali, che alla fine era guidata da uno dei Rothschild, è stata senza dubbio la più grande impresa criminale della storia del mondo e il mezzo utilizzato per saccheggiare l’India fino alle ossa.
Sassoon ben Salih era il tesoriere capo dei pascià di Baghdad [10]. Scoperto all’inizio del 1800 il suo coinvolgimento in un’immensa frode per l’equivalente di centinaia di miliardi in dollari odierni, fu fortunato a salvare la vita (e il denaro). Con i suoi due figli David e Joseph fuggì in India, dove si alleò con uno dei Rothschild e mise a punto il suo piano infernale per costringere i contadini indiani a coltivare l’oppio da vendere in Cina [11]. Fin dai primi giorni, avevano già saldamente in pugno la giovane regina Vittoria. Non solo sostenne i loro sforzi fino a destinare l’esercito britannico come sgherri dell’oppio per gli ebrei, ma diede a David Sassoon l’esclusiva per la vendita dell’oppio in tutta la Cina, sequestrando Hong Kong per la sua base di distribuzione e dandogli la carta per formare la HSBC. Dire che la famiglia reale britannica ne trasse un grande profitto sarebbe un eufemismo di una certa portata. È da qui che inizieremo la nostra storia.
Grazie ai loro saccheggi all’ingrosso dell’India e ai furti in Iraq, seguiti dalla coltivazione e dalla vendita dell’oppio in Cina, si stima che Rothschild e Sassoon abbiano accumulato una ricchezza di oltre 5 miliardi di dollari ciascuno, entro il 1835. In realtà, le stime calcolate che ho visto erano di 6 e 7 miliardi di dollari [12], e queste erano anche le mie stime. Le ho ridotte a 5 miliardi di dollari per essere prudente, ma i totali sono comunque sbalorditivi. 5 miliardi di dollari accumulati a un tasso del 5% per i 185 anni successivi, portano ad un totale, nel 2022, di oltre 40.000 miliardi di dollari ciascuno per Rothschild e Sassoon. E c’erano almeno una dozzina di altre famiglie di banchieri ebrei che non erano così lontane da Rothschild e Sassoon, così come molte altre decine di famiglie molto ricche ma non dello stesso livello. Quei 40.000 miliardi di dollari possono sembrare scioccanti e troppo fantastici per essere reali, ma riservate il vostro giudizio fino alla fine. Come vedrete, quei 40.000 miliardi di dollari sono quasi irrilevanti nel quadro generale.
Scrittura contabile – Rothschild: |
40.000 miliardi di dollari attuali |
Scrittura contabile – Sassoon: |
40.000 miliardi di dollari attuali |
(1) Schiavitù e lavoro forzato
Gli ebrei sono sempre stati pesantemente coinvolti nel commercio degli schiavi, sia quelli bianchi che hanno spopolato l’Irlanda e gran parte dell’Inghilterra, sia quelli neri più recenti, ma ignorerò questa parte del passato e mi occuperò solo degli eventi più recenti in Cina. Il commercio di schiavi da parte di questi stessi ebrei più ricchi – Rothschild, Sassoon, Kadoorie e molti altri – è cessato solo perché la Prima Guerra Mondiale vi ha posto fine. Non abbiamo numeri precisi, ma la documentazione storica ci dice che molti milioni di cinesi sono stati rapiti e venduti come schiavi. Innumerevoli decine di migliaia di cinesi sono stati rapiti e spediti come manodopera schiava in Nord America per costruire le ferrovie e lavorare nelle miniere d’oro, per costruire la ferrovia e il canale di Panama, per lavorare nelle miniere di guano in Perù e in molti altri casi. È per questo motivo che abbiamo cinesi in tutto il mondo; ancora oggi la popolazione di Panama è composta per oltre il 10% da cinesi.
In molti casi, i cinesi non sono stati venduti ad altri, ma utilizzati dagli ebrei come manodopera schiava per i loro progetti. Nel 1904 Rothschild fece rapire circa 65.000 cinesi dalla provincia del Fujian per lavorare nelle proprie miniere d’oro in Sudafrica [13]. Quando questi stessi ebrei finanziarono la costruzione delle ferrovie nordamericane e del Canale di Panama, ad esempio, i cinesi rapiti furono la fonte di manodopera gratuita (e usa e getta). Le dure condizioni di lavoro, che causarono decine di migliaia di morti, erano irrilevanti, perché l’offerta era inesauribile. Inoltre, ci sono prove credibili che l’Isola di Pasqua sia stata quasi completamente spopolata da questi stessi ebrei che hanno rapito la maggior parte delle persone per lavorare nelle miniere di guano in Perù. Esistono lettere di funzionari del Regno Unito che chiedono a questi ebrei di restituire gli abitanti dell’Isola di Pasqua alle loro case.
A tanta distanza nel tempo, non è possibile costruire un conteggio completo del totale degli schiavi cinesi arruolati da questi ebrei per i loro progetti, né stimare il “valore” di tutto questo lavoro schiavo, ma sicuramente è stato sostanziale e portato avanti in grande quantità dal 1800 al 1920 circa e, come ho detto sopra, è stata solo la Prima Guerra Mondiale a porvi fine. Lo elenco perché è un aspetto importante che contribuisce alla ricchezza accumulata da queste famiglie bancarie ebraiche, ma non ne fornisco una scrittura contabile.
Scrittura contabile: |
0.000 miliardi di dollari attuali |
(2) I diamanti
Non è un segreto che DeBeers controlli la produzione di diamanti in Sudafrica e anche in Zaire, né che DeBeers sia una società dei Rothschild. Non dimentichiamo l’origine e lo scopo delle Guerre Boere. Le statistiche sulla produzione di diamanti appaiono disperse: il Sudafrica dichiara una produzione totale di circa 650 milioni di carati [14], mentre Statista ne dichiara il doppio. Il Sudafrica attribuisce a questa produzione (a 100 dollari per carato) un valore di circa 60 miliardi di dollari, ma senza tener conto della capitalizzazione una media di 300 milioni di dollari all’anno in 150 anni: (media di 3 milioni di carati all’anno a 100 dollari per carato). Se si tiene conto della capitalizzazione al 5%, si arriva a circa 10.000 miliardi di dollari. Per semplificare le cose, ho escluso tutti gli altri Paesi da questo calcolo; l’aggiunta di questi e di altre produzioni di proprietà dei Rothschild e degli ebrei raddoppierebbe almeno il totale. Va inoltre notato che l’enclave ebraica in Olanda è ancora il centro del commercio mondiale di diamanti, la cui grande maggioranza è saldamente in mani ebraiche.
Scrittura contabile: |
10.000 miliardi di dollari attuali |
(3) Oro
È difficile trovare statistiche complete e affidabili sull’effettiva produzione annuale di oro delle miniere controllate dai Rothschild, ma pare che la produzione abbia superato le 1.000 tonnellate all’anno 50 anni fa. Con 32.000 once in una tonnellata d’oro e l’oro venduto a 1.700 dollari l’oncia, ciò rappresenta molti miliardi di dollari all’anno, ad un interesse composto del 5% per quasi 150 anni, circa dieci volte il valore della produzione di diamanti sopra elencata. Il quadro è poco chiaro a causa delle fluttuazioni sia della produzione che dei prezzi dell’oro, per cui è impossibile calcolare risultati definitivi [15]. Ho ipotizzato quella che ritengo una stima prudente, ovvero solo il doppio della produzione e del valore dei diamanti.
Scrittura contabile: |
20.000 miliardi di dollari attuali |
(4) Canali: Panama e Suez
È universalmente noto che gli Stati Uniti hanno costruito il Canale di Panama, dopo aver “liberato” la Provincia di Panama dalla Colombia, ma non è altrettanto noto che sono stati i soldi degli ebrei a pagare il canale [16]. Possiamo ragionevolmente supporre che i profitti del canale per circa 120 anni siano andati a coloro che lo hanno finanziato. Anche il Canale di Suez è stato costruito con denaro ebraico ed è esistito come società privata. Tuttavia, poiché i ricavi di questi due canali ammontano a pochi miliardi di dollari all’anno, li ometterò dai totali.
Scrittura contabile: |
0.000 miliardi di dollari attuali |
(5) Gestione del contante
Non è molto noto ma, nell’ambito della Dottrina Monroe, gli Stati Uniti hanno utilizzato non solo la loro potente “diplomazia”, ma anche la CIA e l’intera forza militare per far sì che alcuni banchieri ebrei (e la FED statunitense) ottenessero la posizione di “gestori degli investimenti” di tutte le attività liquide e delle banche centrali dei Paesi sotto il loro controllo. Questo includeva l’America Latina, ma anche paesi come le Filippine e gli oltre 50 paesi in cui gli Stati Uniti hanno rovesciato un governo e installato una dittatura compiacente.
Lo schema era semplice. Queste nazioni furono costrette a consegnare tutte le loro attività liquide ai banchieri ebrei degli Stati Uniti, che avrebbero “gestito prudentemente” tutto quel denaro a beneficio di queste nazioni più piccole. In pratica, i banchieri ebrei investivano il denaro in immobili a New York e traevano profitti miliardari, pagando alle nazioni il 3% sul loro denaro. A questa pratica si è aggiunta la cattiva abitudine americana di invadere, poi forzare e svuotare i caveau delle banche centrali di queste stesse nazioni di tutto il loro oro. Queste pratiche sono sufficientemente documentate da non poter essere contestate e, essendo esistite per circa 150 anni, credo che si possa ragionevolmente attribuire un totale composto ad oggi di almeno 1.000 miliardi di dollari, ma i documenti storici sono insufficienti e quindi non faccio alcuna registrazione per questa voce.
Scrittura contabile: |
0.000 miliardi di dollari attuali |
(6) L’iperinflazione della Germania
Oggi è opinione diffusa che la Germania fosse predisposta per questa precisa circostanza dalle disposizioni del Trattato di Versailles e dalle relative restrizioni imposte dagli ebrei per impedire la ripresa della Germania. Comunque sia, il tasso di inflazione fu così estremo che il denaro divenne letteralmente privo di valore, permettendo ai banchieri ebrei di acquistare gran parte della Germania praticamente a costo zero. Questo fu una delle cause dei profondi risentimenti che Hitler nutriva nei confronti degli ebrei, sapendo che c’erano loro dietro il trattato e altre restrizioni che avrebbero potuto avere come unico scopo la bancarotta e la sottomissione della Germania. Non è il caso di entrare nei dettagli, ma fu proprio l’eliminazione degli ebrei dal sistema bancario tedesco e l’acquisizione della banca centrale del Paese da parte di Hitler a determinare il “miracolo” della ripresa economica della Germania che, purtroppo, non era destinato a durare. Non c’è modo di stimare il valore del saccheggio della Germania avvenuto in quel periodo, e io non gli attribuisco un valore definitivo, anche se il valore attuale sarebbe sicuramente nell’ordine di molti bilioni di dollari, a tutto vantaggio di questi stessi pochi banchieri.
Scrittura contabile: |
0.000 miliardi di dollari attuali |
(7) Banche centrali
Le famiglie bancarie ebraiche europee, guidate dai Rothschild, possiedono o controllano le banche centrali di almeno 30 nazioni, compresa la FED negli Stati Uniti. Questa proprietà ha diversi effetti negativi, uno dei quali è che queste nazioni non possono stampare la propria moneta, ma devono prenderla in prestito dalle banche centrali (di proprietà privata) e pagarne gli interessi. Si tratta di un problema di enorme portata. Fino alla fine degli anni ’70, il Canada possedeva la propria banca centrale e pagava pochi o nessun interesse agli stranieri. Ma l’allora primo ministro Pierre Trudeau (padre di Justin Trudeau) commise uno stupefacente atto di tradimento – di sua iniziativa, senza che il suo gabinetto o il Parlamento ne fossero a conoscenza – e impegnò il Canada a rinunciare al suo diritto di nascita finanziario di stampare la propria moneta e a prendere da allora in poi prestiti dai banchieri ebrei europei. Il risultato è che negli ultimi 30 o 40 anni il piccolo Canada ha pagato a questi banchieri più di 1.100 miliardi di dollari in interessi per aver preso in prestito il proprio denaro [17], [18], [19], [20], [21], [22]. In particolare, si consiglia di guardare il punto [22], un video dell’ex ministro del governo canadese che commenta il sistema bancario in America.
Ma i Rothschild e una manciata di altre famiglie bancarie ebraiche possiedono le banche centrali delle nazioni europee, e altre ancora, tra cui la FED statunitense, da ben oltre 100 anni. Se il piccolo Canada ha pagato più di 1.000 miliardi di dollari di interessi in un tempo relativamente breve, i governi di Paesi come Inghilterra, Germania, Francia, Italia, Spagna, Giappone, Sudafrica, hanno pagato molto di più nell’ultimo secolo. Per fare un esempio, il debito dell’Italia è parecchie volte superiore a quello del Canada, e molti altri Paesi si trovano nella stessa situazione [23]. Non ho un registro preciso degli interessi totali che gli Stati Uniti hanno pagato alla FED, ma il loro debito attuale è di oltre 13.000 miliardi di dollari, un importo che non sarà mai ripagato.
Partendo dal Canada come punto di riferimento e contando solo 30 Paesi, una stima eccessivamente conservativa sarebbe di 30.000 miliardi di dollari pagati in interessi a questi banchieri. Se poi consideriamo solo 100 anni, possiamo moltiplicare questo dato per più di tre volte e arrivare a circa 100.000 miliardi di dollari pagati in interessi, senza alcuna necessità o giustificazione. E questo senza considerare la FED statunitense, che potrebbe aumentare ancora della metà il totale. Va inoltre notato che in oltre 50 nazioni in cui l’esercito statunitense e la CIA hanno rovesciato un governo, i banchieri ebrei erano subito dietro di loro per assumere la proprietà di tutte le banche centrali. In tutti i casi in cui le informazioni sono sfuggite – Iraq, Libia, Sudafrica, Balcani – questa è stata la loro priorità e la semplice logica impone che sia in cima alla loro lista in tutti i Paesi in cui hanno avuto accesso. Non ho incluso questa voce nelle mie stime. Tenendo conto di tutto ciò, la mia scrittura contabile è probabilmente conservativa del 75% o più, ma non ci sono sufficienti dettagli. La mia stima di seguito non tiene conto della capitalizzazione degli interessi per 100 anni; se così fosse, il totale verrebbe moltiplicato per una cifra davvero astronomica, eppure la situazione del mondo reale è che questa somma verrebbe effettivamente capitalizzata, e per più di 100 anni, per molte centinaia di bilioni.
Scrittura contabile: |
100.000 miliardi di dollari attuali |
(8) Recessioni e depressioni
Uno dei vantaggi della proprietà straniera della banca centrale a danno di un paese è che gli ebrei hanno il controllo totale su quelle economie [24]. Dal momento che controllano sia l’offerta di moneta che i tassi di interesse, hanno facilmente il potere di far vacillare le economie e di trarre immensi profitti ad ogni ciclo. Lo fanno sempre allo stesso modo: abbassando i tassi di interesse a zero o quasi, mentre gonfiano enormemente la massa monetaria, creando così grandi bolle del debito, dei mercati azionari e immobiliari, e così via. Poi contraggono drasticamente la massa monetaria e tutto il credito, aumentando contemporaneamente i tassi di interesse, mandando in bancarotta innumerevoli migliaia di banche, imprese e famiglie e acquistando per pochi centesimi di dollaro ogni tipo di bene quando il sangue scorre nelle strade. Dopo aver portato a termine il loro compito di alleggerire una nazione di una parte significativa dei suoi beni, espandono nuovamente la massa monetaria e aprono i rubinetti del credito, riducendo al contempo i tassi di interesse per dare alle economie il tempo di riprendersi, per poi risciacquare e ripetere. Non è un segreto che tutte le recessioni di questo tipo sono state deliberatamente inflitte alle economie occidentali da questi banchieri ebrei negli ultimi 200 anni o più.
La Grande Depressione del 1929 è stata una di queste, con un’euforia basata sull’espansione della massa monetaria quasi illimitata e del credito facile con bassi tassi d’interesse da parte dei proprietari ebrei della FED, che hanno creato un’enorme bolla che è poi scoppiata. Migliaia di banche, decine di migliaia di aziende e milioni di famiglie andarono in bancarotta, con tutti questi beni che alla fine andarono in gran parte ai proprietari ebrei della FED e ai loro amici più stretti. Questo è stato fatto molte volte prima del 1929 ed è stato fatto molte volte da allora. Anche l’aspra e selvaggia recessione del 1983 è stata creata dalla FED statunitense, su ordine della City di Londra, e Volcker si è persino vantato apertamente di ciò che stava facendo. La crisi immobiliare e finanziaria del 2008 negli Stati Uniti è stata identica e per nulla casuale. Fu così grave che un dirigente di Goldman Sachs disse all’epoca: “Le cose non torneranno mai alla normalità dopo quello che hanno fatto“.
Il crollo delle economie industriali nel 2022 è lo stesso. Una “carenza di energia” improvvisa e deliberatamente inventata, creata in gran parte dal sabotaggio del Nordstream II, una riduzione dell’offerta di moneta e un rigido aumento dei tassi di interesse “per combattere l’inflazione” (del tutto autoindotta), e presto il sangue tornerà a scorrere nelle strade. E un numero quasi illimitato di società industriali, soprattutto in Germania ma anche nei Paesi europei più deboli, si troverà ad affrontare fallimenti e acquisizioni, le cui notizie non arriveranno mai al pubblico grazie al controllo quasi totale dei media da parte di queste stesse persone.
Non c’è un modo preciso per calcolare definitivamente il saccheggio che avviene durante queste “recessioni” artificiose. Nel 1929 è stato certamente nell’ordine dei bilioni di dollari, così come nel 1983, forse le due peggiori, ma le altre non erano poi così lontane. Anche il 2008 rientrava in questa categoria, con perdite per l’edilizia abitativa che da sole erano dell’ordine dei bilioni e che ho incluso altrove. Data la mancanza di dati dettagliati, non cercherò di isolare e stimare il risultato finanziario di ogni recessione finanziaria artificiosa, e ignorerò quelle più piccole, ma questo ci lascia con il 1929 e il 1983 che hanno un valore molto prudente di 3.000 miliardi di dollari ciascuno. Sembra irragionevole per i nostri scopi non sommare questi due importi con gli interessi per 90 anni e 40 anni rispettivamente, ma i totali diventano fantastici e quasi incomprensibilmente grandi, e quindi molto difficili da accettare come razionali. Al 5%, 3.000 miliardi di dollari in 90 anni (dal 1929) si accumuleranno fino a 240.000 miliardi di dollari, e addirittura in 40 anni (1983) diventeranno 21.000 miliardi di dollari.
Il senatore Robert Owen, coautore del Federal Reserve Act, ha testimoniato davanti a una commissione del Congresso che la banca di cui era proprietario aveva ricevuto dalla National Bankers’ Association la “Circolare sul panico del 1893”. In essa si leggeva: “Ritirate subito un terzo del vostro circolante e ritirate la metà dei vostri prestiti“. Ed è così che questi banchieri centrali creano le recessioni: una riduzione istantanea del 35% o più della massa monetaria della nazione e una riduzione del 50% del credito totale [25].
Il risultato inevitabile è il fallimento di migliaia di società e banche, e un enorme crollo dei valori di borsa e dei beni aziendali di ogni tipo, che ora sono disponibili per pochi centesimi di dollaro. Aspettate dieci anni e ripetete. Lo scopo è l’immenso trasferimento di ricchezza disponibile in ogni ciclo di questo tipo, e non solo da parte di piccole banche e società, ma anche da parte del pubblico in generale, molti dei quali perdono anche tutto ciò che avevano, e questi beni finiscono per filtrare fino ai pochi banchieri dell’oligarchia che hanno pianificato gli eventi.
Scrittura contabile: |
6.000 miliardi di dollari attuali |
(9) Il saccheggio dell’industria petrolifera nel 1983
Come esempio dettagliato, analizziamo la recessione del 1983 indotta dalla FED e il suo effetto solo sull’industria petrolifera del Nord America. Per cominciare, supponiamo di avere un pozzo di petrolio con una produzione costante (come molti), ma in questo caso di un solo barile all’anno per 40 anni, con un prezzo del petrolio di 100 dollari al barile. Questo ci dà un valore totale di 4.000 dollari. Tuttavia, poiché 1 dollaro l’anno prossimo vale meno di 1 dollaro quest’anno, attualizziamo la nostra produzione futura a un certo tasso di interesse, con questo risultato in termini di valore (se vogliamo vendere il nostro pozzo petrolifero):
-
- 0% – $4,000
- 3% – $2,500
- 6% – $1,500
- 10% – $1,000
- 25% – $400
Immediatamente prima della recessione del 1983, il New York Times proclamò l’arrivo di un’improvvisa e inspiegabile “surplus di petrolio”[26], tale da rendere il petrolio quasi privo di valore, con un calo dei prezzi da 40 dollari a meno di 10 dollari quasi da un giorno all’altro. Naturalmente, se il prezzo del petrolio scende del 75%, anche il valore del nostro pozzo petrolifero scende del 75%, quindi il nostro pozzo da 4.000 dollari ora vale solo 1.000 dollari. Ma abbiamo avuto un doppio colpo, perché la FED non è stata inattiva durante questo periodo. Dopo aver provocato una massiccia esplosione dell’inflazione negli anni ’70 per prepararsi a questo risultato finale, la FED ha improvvisamente sentito il bisogno di “combattere l’inflazione” portando i tassi di interesse al 20% e persino al 25%. Il risultato è stato che i pozzi di petrolio sono stati venduti con uno sconto del 25% sul flusso di cassa, e lo so perché all’epoca ero nel settore petrolifero e compravo e vendevo proprietà petrolifere, alcune piuttosto grandi, a questo tasso di sconto. Ciò significa che il nostro pozzo petrolifero da 4.000 dollari, che ora valeva solo 1.000 dollari a causa del crollo del prezzo del petrolio, è stato colpito dalla stangata dei tassi di interesse della FED e ora valeva solo 100 dollari. Con il sangue che scorreva nelle strade, i nostri banchieri ebrei khazari della City di Londra mandarono i loro agenti a comprare.
Poi, il”surplus di petrolio” è in qualche modo miracolosamente evaporato e sembra che in realtà ci sia stata una carenza, spingendo il prezzo del petrolio a tornare ai 40 dollari iniziali, e rapidamente verso i 100 dollari. E poi, altrettanto miracolosamente, l’inflazione sembrava essere stata “domata” e i tassi di interesse sono scesi dal 25% al 6% e al 3% di prima. E il nostro “pozzo di petrolio da 100 dollari” è tornato a 2.500 dollari e si avvia verso i 5.000 dollari. Ciò significa che una manciata di persone ha acquistato proprietà di petrolio e gas in produzione per pochi centesimi e ha visto il proprio “investimento” moltiplicarsi per circa 50 volte. Non è male. Sono pochi i luoghi in cui è possibile ottenere un rendimento del 5.000% su un investimento in pochi anni e senza alcun rischio. Quando si ha il potere di controllare il prezzo del petrolio e la FED controlla i tassi di interesse, si possono fare miracoli. Non c’è modo di calcolare i totali precisi, ma innumerevoli migliaia di compagnie petrolifere di piccole e medie dimensioni sono fallite o sono state rilevate, e gli acquisti nel solo Nord America sarebbero stati dell’ordine dei miliardi di dollari. Ho ignorato il resto del mondo e ho ipotizzato una cifra conservativa di 2.000 miliardi di dollari solo per il Nord America, aggiustata con una crescita del 5% per 40 anni a partire dal 1983.
Scrittura contabile: |
14.000 miliardi di dollari attuali |
(10) Il saccheggio degli americani dal 1975 al 2022
La situazione non è diversa dal crollo finanziario del 2008 negli Stati Uniti. Abbiamo assistito a tentativi chiaramente deliberati di gonfiare il mercato immobiliare a livelli quasi atmosferici, con tassi di interesse quasi nulli e l’eliminazione di tutte le restrizioni e i requisiti – al punto che i disoccupati senza fissa dimora acquistavano case da 500.000 dollari. Tutto ciò è stato fatto con la piena collaborazione della FED. Poi, hanno semplicemente fatto crollare la bolla, provocando decine di milioni di pignoramenti. E ancora, mentre il sangue scorreva per le strade, aziende come Blackrock e le loro simili erano impegnate ad acquistare queste case pignorate a metà prezzo, per affittarle, spesso alle stesse persone che le avevano perse. Non esistono dati precisi sul totale degli acquisti, ma la compravendita è stata quasi frenetica. A un certo punto, un agente in Florida, per conto di una sola “società di investimento”, ha fatto offerte per più di 200 case a settimana. Secondo stime prudenti, il solo trasferimento di beni immobiliari dalla classe media americana a queste poche persone sarebbe stato di 7 o 8 miliardi di dollari, il tutto in due o tre anni.
Mi sorprende che così poche persone sembrino voler considerare questi eventi come pianificati, eppure le prove sono schiaccianti e inconfutabili. Non è possibile che questi eventi, e tanti altri simili, si siano verificati “per caso”. C’erano semplicemente troppi fili che lavoravano insieme per ottenere questo risultato, e questi fili non potevano essere indipendenti. E non è possibile che il governo degli Stati Uniti non fosse a conoscenza dell’esito finale. Gli economisti che lavorano per il governo degli Stati Uniti non sono stupidi, e molti economisti privati stavano descrivendo gli eventi e prevedendo l’unico risultato possibile. L’unica tesi che si adatta a tutti i fatti è che il crollo del 2008 sia stato pianificato e che il governo statunitense, totalmente controllato dalla City di Londra, abbia consapevolmente permesso che si verificasse. Ancora una volta, in sintesi, una manciata relativa di persone ha tratto profitto per miliardi di dollari in pochi anni, solo in questa impresa.
E non si trattava solo di case, e non solo nel 2008. In un articolo intitolato I distruttori della democrazia statunitense [27], Chris Hedges ha citato un rapporto della RAND Corporation che affermava che: “Questi politici dell’establishment e i giudici da loro nominati hanno promulgato leggi che hanno permesso all’1% superiore di saccheggiare 54 miliardi di dollari dal 90% inferiore, dal 1975 al 2022, a un ritmo di 2,5 miliardi di dollari all’anno, secondo uno studio della RAND corporation” [28], [29]. Per chi non lo sapesse, RAND è una società spregevolmente satanica che passa la maggior parte del suo tempo a pianificare guerre, a progettare regimi di tortura (Vietnam Phoenix, Guantanamo Bay, Baghram, Diego Garcia) e a tramare per il controllo politico mondiale. Ma le persone della RAND sanno come calcolare, soprattutto considerando che hanno pianificato i metodi per il saccheggio di cui ora si vantano. Si noti che l’eufemisticamente chiamato “top 1%” non è in realtà il top 1%, ma un piccolo gruppo di banchieri e industriali ebrei, compresi i proprietari (Rothschild e altri) della FED statunitense. Una parte enorme di questo saccheggio è avvenuta nel 2008 e negli anni successivi; non mi prenderò la briga di sommare gli interessi.
Scrittura contabile: |
54.000 miliardi di dollari attuali |
(11) La grande rapina dell’oro – Parte I – La FED statunitense
Nei primi anni dopo la creazione della FED, di proprietà dei Rothschild, gli Stati Uniti avevano ancora un gold standard per la loro valuta; la FED poteva emettere nuova moneta solo se aveva almeno il 40% di tale importo in oro. Ma, come hanno sempre fatto i banchieri ebrei in ogni paese, emisero carta moneta ben oltre i limiti consentiti, il che fu la causa principale della Grande Depressione del 1929. Nel 1933, la FED aveva solo circa 6.000 tonnellate d’oro nei suoi depositi e mancava circa 50.000 tonnellate per la cartamoneta che aveva emesso. Il pubblico era generalmente consapevole di ciò che stava accadendo e, temendo che la cartamoneta statunitense diventasse priva di valore, spendeva la carta e accumulava le monete e i lingotti d’oro, mentre le piccole banche e le aziende accumulavano lingotti d’oro. Non c’era modo di uscire da questa trappola. La FED aveva bisogno di un’enorme iniezione d’oro per evitare il collasso della moneta, ma i suoi proprietari non avevano alcuna intenzione di investire il proprio denaro per evitare il collasso finanziario dell’America. La loro soluzione fu quella di convincere Roosevelt e il Congresso che il vero problema era rappresentato dai cittadini che, detenendo oro, impedivano all’economia di prosperare naturalmente. Su loro consiglio, Roosevelt approvò il famoso provvedimento 1602 che confiscava tutto l’oro detenuto privatamente (in tutte le sue forme) negli Stati Uniti, obbligando tutti i cittadini a consegnare il proprio oro alla FED, pena una multa di 10.000 dollari e una condanna a 10 anni di carcere. Si noti che l’oro non fu consegnato al Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti, ma alla FED, di proprietà privata.
L’oro fu scambiato con cartamoneta, il che significa che i proprietari della FED usarono il potere del governo statunitense per confiscare tutto l’oro detenuto privatamente negli Stati Uniti, al solo costo della stampa della carta. Secondo i dati disponibili, i singoli cittadini hanno consegnato quasi 3.000 tonnellate d’oro, per lo più in monete. La quantità di barre e lingotti d’oro consegnati dal settore privato è estremamente difficile da determinare con precisione. Tutte le analisi storiche si concentrano sulle monete d’oro e ignorano i lingotti, che tuttavia dovevano essere di gran lunga la parte più consistente, dal momento che una clausola standard dei contratti commerciali dell’epoca prevedeva che i pagamenti fossero effettuati in oro e sia le aziende che le banche dovevano essere in possesso di grandi scorte. Gli studi storici si dilungano a rintracciare tutte le monete d’oro prodotte, a stimare la quantità rimasta in circolazione e quindi quella ceduta alla FED. Sembrerebbe che il metodo più semplice sarebbe quello di richiedere semplicemente alla FED la quantità di monete cedute, ma la FED apparentemente si rifiuta di fornire queste informazioni e tace sulla questione delle barre e dei lingotti. La mia stima per i lingotti era di circa 6.000 o 7.000 tonnellate come minimo, per un totale di circa 10.000 tonnellate, ma Seagrave cita fonti credibili che sostengono che la FED abbia acquistato 18.000 tonnellate, quindi userò questa cifra.
Tuttavia, questa cifra non era affatto sufficiente a coprire l’ammanco di 50.000 tonnellate, per cui i banchieri ebrei – guidati dall’ebreo Morgenthau, all’epoca Segretario del Tesoro – svalutarono il dollaro statunitense di circa il 70% subito dopo la confisca dell’oro, facendo così salire il prezzo dell’oro da 20 a 35 dollari e riducendo sostanzialmente l’ammanco della FED. Ma questo ebbe il tragico risultato che gli americani non solo furono truffati dalla perdita del loro unico bene in contanti, ma anche dalla perdita di valore del 70%. Naturalmente ci furono cause legali, con i tribunali che stabilirono essenzialmente che l’azione del governo era illegale e incostituzionale, ma che i cittadini non avevano alcuna possibilità di ricorso.
In sintesi, per salvare la FED, Rothschild (o i suoi colleghi) convinse Roosevelt ad approvare una legge che permetteva a Rothschild di confiscare tutto l’oro detenuto privatamente in America e di svalutare del 70% la carta data agli americani in cambio di quell’oro. Quelle 18.000 tonnellate d’oro avevano allora un valore di circa 20 miliardi di dollari*, sottratti alla popolazione nel bel mezzo della peggiore recessione a memoria d’uomo, sicuramente uno degli atti più crudeli e disumani possibili all’epoca. Era imminente una corsa all’oro da parte della Federal Reserve, e l’intero atto fu semplicemente per prevenire il collasso finanziario della stessa FED – al costo di impoverire ulteriormente la popolazione e prolungare di anni la Grande Depressione [30], [31], [32], [33].
* 32.150 once per tonnellata metrica a 35 dollari/oncia (circa 1 milione di dollari per tonnellata) per 18.000 tonnellate metriche. Oggi quell’oro vale circa 1.700 dollari per oncia, o circa 50 milioni di dollari per tonnellata, per 18.000 tonnellate = circa 1.000 miliardi di dollari.
Scrittura contabile: |
1.000 miliardi di dollari attuali |
(12) La legge statunitense sull’acquisto di argento del 1934
Ma non si fermarono lì. L’anno successivo, nel 1934, il Presidente Roosevelt emanò un altro ordine esecutivo, il numero 6814, The Silver Purchase Act, che prevedeva il sequestro di tutto l’argento presente negli Stati Uniti e un enorme programma di acquisto di argento sul mercato aperto a un prezzo quasi triplo rispetto a quello di mercato. Da un punto di vista razionale, questa azione era bizzarra. Il governo statunitense nazionalizzò effettivamente le scorte d’argento degli Stati Uniti, ma acquistando l’argento dagli americani al vecchio prezzo di 0,45 dollari. Quest’azione ha permesso di raccogliere miliardi di scarsi fondi governativi nel pieno della Grande Depressione, quando la maggior parte degli americani stava lottando per sopravvivere ed evitare la fame e la bancarotta [34].
Dopo aver ottenuto questo risultato, Roosevelt applicò in modo ancora più bizzarro la seconda parte della legge, che imponeva al Tesoro di acquistare argento a un prezzo di almeno 1,29 dollari per oncia, quasi tre volte il prezzo di mercato che i cittadini americani ricevevano all’epoca. La legge autorizzava in primo luogo il Tesoro ad acquistare argento “da paesi stranieri” sul mercato aperto, ovvero alla Borsa dei Futures di New York. Ma questa legge era del tutto bizzarra, perché tali acquisti non si erano mai verificati, né si sarebbero verificati. Nemmeno un pazzo spenderebbe soldi per comprare qualcosa a 1,29 dollari quando quella merce è ampiamente disponibile sui mercati mondiali a 0,45 dollari. Quindi, cosa spingeva davvero questa nuova politica?
Fino a quel momento, la Cina aveva adottato uno standard d’argento per la sua moneta per centinaia di anni, l’unica valuta al mondo interamente sostenuta dal metallo prezioso, responsabile della creazione di una base economica solida e stabile, che permise alla Cina di sfuggire del tutto alla Grande Depressione che stava devastando il resto del mondo. La politica americana dell’argento, naturalmente, ha inferto un colpo devastante a questa stabilità secolare, perché gli americani non acquistavano argento dai Paesi stranieri sul mercato aperto, ma solo in Cina attraverso le banche americane come Citibank, Morgan e Chase, perché erano immuni dalle normative cinesi sulle esportazioni. Questi agenti statunitensi offrivano ai cinesi il triplo del prezzo di mercato per il loro argento, con il risultato naturale di un’inondazione di argento che affluiva in queste banche e da lì veniva spedito negli Stati Uniti su navi militari americane. Ho visto dichiarazioni di storici secondo cui la Cina possedeva circa un miliardo di once d’argento, che all’epoca rappresentava un terzo delle scorte mondiali, ma ciò è chiaramente falso dal momento che la sola Shanghai perdeva mezzo miliardo di once al mese e le banche cinesi, che normalmente avevano la loro valuta sostenuta per il 60% da argento, erano scese a circa il 4% [35], [36].
Un lettore attento dovrebbe aver notato che manca il pezzo più importante di questo puzzle. Ricapitoliamo: (1) Il governo degli Stati Uniti acquistò tutto l’oro esistente in mani private negli Stati Uniti, poi lo regalò a Rothschild e agli altri proprietari ebrei della FED. (2) Il governo statunitense ha poi acquistato tutto l’argento presente negli Stati Uniti e ha regalato anche quello alla FED di Rothschild. (3) In seguito istituì una politica di acquisto da parte del Tesoro degli Stati Uniti di tutto l’argento presente in Cina a un prezzo tre volte superiore a quello del mercato mondiale e regalò tutto l’argento alla FED di Rothschild. La parte mancante è il denaro. Questo avveniva nel bel mezzo della più grave depressione a memoria d’uomo, la gente moriva di fame, il governo degli Stati Uniti non aveva soldi e la valuta e la FED rischiavano di crollare. Come poteva Roosevelt permettersi di acquistare tutto quel metallo prezioso e regalarlo a pochi banchieri ebrei? Semplice. Gli prestarono il denaro stampando carta e incassando non solo il capitale ma anche gli interessi. Roosevelt non aveva i soldi per comprare a Rothschild un regalo di Natale, così Rothschild prestò a Roosevelt i soldi, con gli interessi, per comprare il suo regalo. Ed è così che gli Stati Uniti si indebitarono per 33 miliardi di dollari nel 1933 [37]. Non è possibile stimare con precisione il valore totale dell’argento estratto dagli Stati Uniti o dalla Cina, per cui non faccio alcun riferimento a questa voce.
Scrittura contabile: |
0.000 miliardi di dollari attuali |
Potreste chiedervi perché i banchieri ebrei della FED non abbiano cercato di acquistare tutto l’oro della Cina. Non ne avevano bisogno, perché alcuni dei loro amici più stretti erano già su questa strada. Si veda Citibank, più avanti.
(13) Citibank – La grande rapina dell’oro
I cinesi hanno sempre accumulato oro, individualmente, come garanzia, e lo stavano certamente facendo nel 1902 quando Citibank, sull’orlo del fallimento, entrò in Cina e aveva bisogno di un modo intelligente per ricostruire la sua base di attività. Citibank lo trovò. La banca pubblicizzò in tutta la nazione l’insicurezza di tenere lingotti d’oro in un calzino sotto il letto e riuscì a convincere almeno 100 milioni di cinesi a depositare il loro oro nei caveau di Citibank, dove sarebbe stato al sicuro. Dopo oltre 40 anni di attività, quando si stavano addensando nubi di guerra, Citibank caricò letteralmente decine di navi militari statunitensi con tutto l’oro cinese e chiuse i battenti senza nemmeno salutare. L’oro, ovviamente, sarebbe stato consegnato alla FED in cambio di carta. Ancora oggi la gente cerca di recuperare il proprio oro dalla Citibank. Poiché la documentazione è inconfutabile, i tribunali statunitensi hanno autorizzato le azioni legali, ma con la clausola che i richiedenti devono comparire di persona ai processi. Nessun problema, ma i consolati americani in Cina si rifiutano di rilasciare a queste persone i visti per recarsi negli Stati Uniti. Nessun visto di viaggio, nessuna richiesta di risarcimento contro Citibank, nessun recupero dell’oro cinese. L’oro è stato ovviamente consegnato alla FED statunitense in cambio di carta.
C’è molto di più in questa storia, dato che Citibank ha fatto la stessa cosa in forse una dozzina di paesi. Se funziona in un posto, dovrebbe funzionare ovunque. Nello stesso momento in cui, nel 1902, Citibank (International Banking Corporation) si registrò in Cina, aprì anche operazioni bancarie a Manila, Calcutta, Singapore, Yokohama, Brasile, Argentina e in altri Paesi. In Argentina, Citibank era così odiata per questi furti d’oro che nel 1927 un gruppo di “clienti” vittimizzati si vendicò facendo esplodere sia la sede di Citibank che quella della Banca di Boston, e odiarono così tanto il governo degli Stati Uniti (e gli americani in generale) per aver protetto Citibank che bombardarono anche l’ambasciata statunitense e la Ford Motor Company. Ignorando i furti da tutti gli altri Paesi, l’ammontare dell’oro rubato da Citibank (e da Chase e Morgan) ai soli cittadini cinesi si aggirava sulle decine di miliardi, per un periodo che va dal 1902 al 1949, ma è quasi impossibile da calcolare con precisione, e non riporterò alcun inserimento contabile per questo.
Scrittura contabile: |
0.000 miliardi di dollari attuali |
(14) La grande rapina dell’oro – Parte 2 – La FED statunitense
Questa è una delle frodi più sconcertanti mai perpetrate nella storia del mondo, una frode che sembra essere stata cancellata da tutti i nostri libri di storia, al punto che dubito che una persona su un milione ne sia a conoscenza. Come tutte le buone frodi, era semplice: Dal 1932 fino all’inizio della Seconda Guerra Mondiale, il governo degli Stati Uniti e i media ebraici hanno propagandato in modo stravagante al mondo intero la paura che il Giappone o la Germania avrebbero invaso ogni nazione e inevitabilmente saccheggiato tutte le loro banche centrali e commerciali. La soluzione proposta era che tutte le banche di tutte le nazioni del mondo consegnassero le loro riserve d’oro alla FED statunitense per custodirle fino alla fine della guerra. E lo fecero. Ogni giorno, il New York Times registrava fedelmente le spedizioni di milioni di dollari d’oro da tutte queste nazioni agli Stati Uniti. Un articolo del NYT affermava che nel 1938 sette cacciatorpediniere della marina statunitense, carichi di 125.000 tonnellate d’oro cinese, salparono verso gli Stati Uniti. Questi “depositi” erano comprovati da certificati d’oro emessi dal Tesoro degli Stati Uniti, sebbene l’oro fosse in realtà destinato alla FED statunitense.
Tuttavia, non sembra esistere nemmeno un caso credibile in cui questo oro sia mai stato restituito ai proprietari. In tutti i casi, la FED ha dichiarato che i certificati presentati erano falsi, con evidenti errori di ortografia e di altro tipo, oppure che semplicemente “non poteva confermare l’emissione di certificati” con quei numeri di serie, e si è rifiutata di riscattarli. Un giornalista del Financial Times dichiarò:
“Si è arrivati a un punto in cui si può entrare in una delle grandi banche di New York, Londra o Zurigo, dare loro mezza tonnellata d’oro in cambio di un certificato di proprietà, fare il giro dell’isolato per 10 minuti, rientrare nella stessa banca, e loro negheranno di avervi mai visto prima, e vi faranno arrestare per aver presentato loro un certificato contraffatto”.
Ma poi accaddero fatti molto strani. Fu scoperto un aereo della CIA precipitato nella giungla delle Filippine, contenente miliardi di dollari di questi stessi certificati, chiaramente originali e non falsi. In seguito a questa scoperta, con la conseguente pubblicità e l’emergere di richieste di riscatto per questi certificati, la FED andò nel panico, portando a qualcosa di veramente bizzarro: la FED decise improvvisamente di rifondere e riforgiare la sua intera riserva d’oro allo scopo dichiarato di “preferire di avere tutti i lingotti d’oro della stessa forma”. Non è stata fornita alcuna spiegazione, ma in realtà non era necessaria. Rifondere decine di migliaia di tonnellate d’oro è un’impresa enorme, complicata e molto costosa, e non verrebbe mai fatta per la sciocca ragione di cambiare la forma dei lingotti. Qualunque fosse lo scopo dichiarato dalla FED, il risultato principale fu che l’oro rifuso non contiene più i suoi marchi originali, il che significa che non c’è più modo di identificare la fonte originale di quell’oro. E questo significava che nessuno avrebbe mai potuto dimostrare che l’oro detenuto dalla FED era l’oro che era stato rubato – in termini reali – da quasi tutti i paesi del mondo.
Un esempio famoso è quello delle scorte d’oro della banca centrale cinese. Quando Chiang Kai-Shek perse la guerra civile cinese e fuggì a Taiwan, il suo ultimo atto fu quello di saccheggiare tutto l’oro della banca centrale della Cina continentale e delle banche commerciali e portare le tonnellate di lingotti con sé a Taiwan, sotto la protezione degli americani. Per aumentare la loro protezione, gli Stati Uniti convinsero Chiang a permettere loro di portare l’oro negli Stati Uniti “per custodirlo” nel caso in cui la Cina avesse attaccato Taiwan e rubato il “suo” oro. Questo oro non fu mai restituito. Infatti, molto tempo dopo la morte del marito, e fino al giorno della sua morte, la signora Chiang ha discusso, combattuto, implorato e fatto causa al governo statunitense e alla FED per la restituzione del “suo” oro. Non ci riuscì e la questione morì. Oggi Taiwan non ne ha più notizie.
Non sembra esistere un registro unificato di tutti i carichi d’oro consegnati alla FED statunitense nell’ambito di questo schema, ma devono essere stati almeno decine, se non centinaia, di miliardi, e questo è avvenuto negli anni ’30, quasi 90 anni fa. Se ipotizziamo che il totale raccolto in tutto il mondo sia solo cinque volte superiore a quello confiscato nei soli Stati Uniti, si arriva a circa 100.000 tonnellate metriche, a circa 50 milioni di dollari per tonnellata ai prezzi odierni, ovvero circa 5.000 miliardi di dollari. Tutto questo oro è finito nelle tasche dei pochi banchieri ebrei che possiedono la FED statunitense.
Per essere sicuri che questo sia perfettamente chiaro, Rothschild e altri banchieri ebrei architettarono un piano per rubare letteralmente tutte le scorte d’oro da tutte le banche centrali e commerciali di tutti i Paesi del mondo. Questi ebrei stavano allora per scatenare una seconda guerra mondiale e usarono la paura di questa per sostenere il loro piano. Utilizzarono tutta l’influenza propagandistica dei media ebraici, combinata con l’ampio potere di prepotenza della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato degli Stati Uniti, nonché con il potere coercitivo delle forze armate statunitensi, per costringere tutte le banche centrali del mondo e le banche commerciali di ogni nazione a consegnare le loro scorte d’oro alla FED statunitense per “custodirle”. Non c’è mai stata l’intenzione di restituire l’oro dopo la guerra. Dovrebbe essere ovvio che il governo degli Stati Uniti era coinvolto in questa atrocità criminale fino al collo, agendo come esecutore e portaborse degli ebrei, raccogliendo e consegnando tutto questo oro non al Tesoro degli Stati Uniti ma alla FED, e quindi senza alcun beneficio per gli Stati Uniti. Il governo statunitense stava semplicemente obbedendo al suo padrone.
Scrittura contabile: |
5.000 miliardi di dollari attuali |
Quanto oro c’è nel mondo?
Warren Buffett dice circa 175.000 tonnellate, ma la sua stima è priva di valore e pochi sono d’accordo con lui, e infatti la sua stima proviene dalla fonte ebraica di Thompson Reuters [38] e dovrebbe essere scartata per principio. Le stime vanno da questo livello a quello del Gold Standard Institute di oltre 2,5 milioni di tonnellate. Parte del problema è che l’oro è stato estratto per millenni e nessuno sa quanto ce ne sia in giro. Lo stesso problema esiste nelle stime dell’offerta totale di oro nelle varie nazioni in vari momenti della storia. I parassiti della FED americana cercano di minimizzare gli effetti del loro furto d’oro a livello mondiale negli anni ’30 sottovalutando enormemente la quantità di lingotti d’oro negli Stati Uniti in quel periodo, e hanno fatto lo stesso per la maggior parte degli altri Paesi. Il problema si pone anche all’inverso: secondo i resoconti di alcuni cosiddetti “storici” ebrei, i nazisti depredarono dagli ebrei dieci volte il volume totale dell’oro esistente in quei paesi.
Una nota importante: la FED statunitense
Nel 2013, i media hanno riportato notizie che sono state rapidamente insabbiate e censurate negli Stati Uniti, ma non in Europa, sul tentativo della Germania di rimpatriare le sue riserve d’oro dalla FED statunitense. Il governo tedesco aveva conservato circa la metà delle sue scorte d’oro nei caveau della FED di New York. La banca centrale tedesca decise di riportare a casa tutto il suo oro, ma la FED rifiutò la richiesta, sostenendo che una tale mossa sarebbe stata impossibile, affermando che sarebbe stato necessario attendere fino al 2020 per poter effettuare il trasferimento. Il governo tedesco chiese quindi di visitare i caveau della FED per inventariare l’oro e determinarne l’effettiva esistenza, ma la FED rifiutò di permettere alla Germania di esaminare il proprio oro. Le ragioni addotte sono state “sicurezza” e “non c’è spazio per i visitatori”. Dopo una decisa insistenza per questa strana svolta degli eventi, la Germania inviò finalmente del personale alla FED, al quale fu permesso di entrare solo nell’anticamera del caveau, dove furono mostrati 5 o 6 lingotti d’oro “rappresentativi delle loro proprietà”, ma non fu permesso di vedere nient’altro. I funzionari tedeschi tornarono una seconda volta, con ancora più determinazione, quando la FED apparentemente aprì solo uno dei 9 caveau e permise ai tedeschi di guardare la pila d’oro da una distanza considerevole, ma non fu loro permesso di entrare o toccare. Dopo ripetute insistenze, la Germania recuperò una piccola parte dell’oro in suo possesso, ma questo fu spedito dalla banca centrale francese, di proprietà degli stessi ebrei che possiedono la FED.
Da molti anni si specula sul fatto che la FED non abbia molto oro, o addirittura non ne abbia affatto, ma che lo abbia venduto, prestato o usato come garanzia per i prestiti. Oggi ci sono ripetute affermazioni che l’oro che si suppone sia immagazzinato per conto di molte nazioni, in realtà non esiste. A nessuno, a parte il personale della FED, è stato permesso di entrare nei caveau per vedere o inventariare l’oro, e non ci sono prove che l’oro esista davvero.
La situazione è ancora peggiore per quanto riguarda il presunto deposito d’oro di Fort Knox, il luogo di stoccaggio di quello che si suppone essere l’intero patrimonio aureo del Tesoro degli Stati Uniti. La maggior parte delle persone crede che Fort Knox sia un caveau governativo ma, pur essendo costruito su un terreno governativo, è gestito dalla FED e l’intero contenuto è di proprietà della FED, non del Tesoro statunitense. Dalla creazione del Federal Reserve System nel 1913, il contenuto di Fort Knox appartiene alla FED ma è custodito dall’esercito statunitense. E nessuno sa cosa ci sia.
L’ultima verifica, e l’ultima visita pubblica, risale al 1953, subito dopo l’insediamento di Eisenhower. In quell’occasione non furono ammessi esperti esterni e il team di revisione controllò solo il 5% circa dell’oro presente. In 70 anni non c’è stato nemmeno un inventario, tanto meno una verifica completa di Fort Knox. Nel 1974 sei membri del Congresso, un senatore e la stampa furono autorizzati a entrare a Fort Knox per verificare di persona se l’oro fosse lì o meno. La visita dimostrò che a Fort Knox c’era qualcosa che assomigliava all’oro, ma scatenò ancora più polemiche. Solo una piccola parte dell’oro fu resa disponibile per la visione e un membro del Congresso pubblicò un rapporto in cui si affermava che i lingotti d’oro conservati nel forte erano meno pesanti del previsto. Negli ultimi anni, diversi politici statunitensi hanno affermato che è molto probabile che né Fort Knox né la FED possiedano oro e hanno chiesto un inventario completo e pubblico e un’analisi, ma la FED ha rifiutato risolutamente.
Data la quasi certezza che la FED e il Tesoro degli Stati Uniti possiedono poco oro, si sono fatte molte speculazioni sull’ubicazione delle riserve auree mondiali che esistono presso la FED sulla carta ma non nella realtà. Non so dove sia l’oro, ma se dovessi tirare a indovinare, direi che si trova nelle profondità delle montagne svizzere, nelle centinaia di tunnel scavati nella roccia sotto la nuova sede della BRI – la Banca dei Regolamenti Internazionali, che a sua volta è di proprietà degli stessi Rothschild che possiedono la FED e varie altre banche centrali europee.
(15) Il bottino di guerra
Si tratta di un argomento che raramente, se non mai, viene sottoposto alla nostra attenzione – con la notevole eccezione delle persistenti storie di confisca di opere d’arte e altri tesori degli ebrei da parte dei tedeschi. Ma la verità storica è piuttosto diversa, e con molte prove che sono stati gli ebrei a fare gran parte o addirittura la maggior parte dei saccheggi in tempo di guerra. Abbiamo assistito a circa 85 anni di accuse ininterrotte sul fatto che i tedeschi avessero saccheggiato gli ebrei durante le due guerre mondiali, ma non è quasi mai stata presentata alcuna prova credibile di ciò, e ad un esame approfondito le storie dei tedeschi che saccheggiano gli ebrei fanno parte della stessa categoria delle vasche piene di bulbi oculari e della fusione del grasso degli ebrei per ottenere glicerina per gli esplosivi. Non c’è dubbio che in tutte le guerre si verifichino saccheggi da parte di tutte le parti, ma, come vedremo, sono gli ebrei che sembrano aver fatto la maggior parte dei saccheggi, coprendo i loro crimini attraverso il controllo dei mass media.
Come esempio recente, l’Iraq è stato accuratamente descritto come “una culla di civiltà”. Il risultato è che, prima dell’invasione americana, l’Iraq era pieno zeppo di manufatti archeologici, tesori artistici, pergamene e altri oggetti accumulati nel corso dei secoli, molti dei quali di grande valore economico ma anche di immenso significato storico. Sono scomparsi tutti. Le truppe americane hanno saccheggiato la maggior parte del Paese e si dice che oggi tutti i musei iracheni siano completamente vuoti. Oggetti di valore e manufatti storici sono stati rubati non solo da musei e biblioteche, ma anche da case private. L’Iraq è stato saccheggiato nella sua totalità. Secondo le stime pubblicate, almeno 200.000 oggetti d’arte e cultura, molti dei quali di valore inestimabile per la storia del mondo, sono stati rubati dai musei iracheni di Baghdad, Mosul e altre città. Il governo degli Stati Uniti sostiene che si è trattato solo di alcune azioni disoneste che ha disapprovato, ma i fatti ci dicono il contrario, e infatti molti di questi oggetti sono apparsi in altri musei e collezioni private ebraiche – in Israele, tra gli altri luoghi. Non c’è modo di dare un valore a tutto questo, ma l’entità è considerevole e questa è solo una delle tante situazioni simili.
L’Unione Sovietica insiste sul fatto che gli Stati Uniti e vari ebrei sono ancora in possesso di collezioni inestimabili di arte sovietica rubata, sequestrata dagli ebrei quando fuggirono dalla Russia dopo la rivoluzione fallita. Gli Stati Uniti e gli ebrei hanno naturalmente respinto questa affermazione, ma poi sono stati colti in fallo quando alcuni ricercatori hanno scoperto documenti che dimostravano che gli Stati Uniti avevano effettivamente conservato un’enorme quantità di tesori d’arte, che nel frattempo erano scomparsi in collezioni private del solito gruppo di sospetti. È stato inoltre documentato che, alla fine della Seconda guerra mondiale, l’esercito statunitense ha svuotato un treno di 24 vagoni pieni di oro, argento e vari oggetti d’arte tedeschi costosi, il cui valore era stimato all’epoca in molti miliardi, oggetti che i tedeschi stavano cercando di proteggere dai saccheggi degli ebrei e degli alleati. Inoltre, altri miliardi d’oro scomparvero dalla Reichsbank più o meno nello stesso periodo e non sono mai stati resi noti.
I dettagli dei furti di tesori europei sono oscuri e molto complicati, con rivendicazioni e contro rivendicazioni, ed è facile e allettante liquidare le storie di caccia al tesoro in Germania come racconti di guerra esagerati. Tuttavia, negli ultimi 70 anni siamo stati inondati da storie di saccheggi di metalli preziosi e opere d’arte di inestimabile valore da parte dei tedeschi in tutta Europa, in particolare da parte degli ebrei, ma c’è molto di più in questa storia. Innanzitutto, dopo aver portato a termine la rivoluzione bolscevica in Russia nel 1917, gli ebrei saccheggiarono l’intero Paese, a partire da tutto l’oro della banca centrale che fu spedito negli Stati Uniti come pagamento a Jacob Schiff per il finanziamento della rivoluzione. Ma la Russia fu depredata di molto più dell’oro: la classe media, relativamente benestante, possedeva miliardi di metalli preziosi, manufatti e opere d’arte di valore inestimabile, nonché praticamente l’intero patrimonio dei Romanov, la famiglia reale russa. La maggior parte di questi beni fu portata via dal Paese, in gran parte in Germania e in Austria, quando gli ebrei bolscevichi fuggirono dalla Russia. Gran parte di questo tesoro e dell’oro saccheggiato sarebbe quasi certamente finito nelle mani degli ebrei della City di Londra. Esiste inoltre una documentazione sostanziale che dimostra che gli Stati Uniti e gli ebrei hanno effettivamente saccheggiato pesantemente la Germania alla fine di entrambe le guerre. Visti i fatti dell’Operazione Paperclip, questo non dovrebbe essere una sorpresa per nessuno.
Ma in termini di saccheggi e distruzioni, c’è stato qualcosa di molto peggiore: due dei più grandi atti di genocidio culturale nella storia del mondo sono stati entrambi perpetrati dagli ebrei khazari, ed entrambi in Cina, un altro pezzo di storia che sono riusciti a seppellire completamente. Quello che ci interessa in questa sede è il saccheggio e l’incendio del Palazzo d’Estate cinese, lo Yuanmingyuan, che conteneva più di dieci milioni di tesori storici e opere accademiche tra le più belle e preziose raccolte in un unico luogo da 5.000 anni di storia cinese.
Gli ebrei decisero di punire la Cina per aver rifiutato il loro oppio, così Rothschild e Sassoon ottennero il permesso della Regina Vittoria e l’impegno a utilizzare le sue truppe per saccheggiare e distruggere l’intero complesso [39] per, secondo le loro parole, “aprire una ferita che non sarebbe mai guarita“. Il complesso era così vasto (otto volte le dimensioni della Città del Vaticano) che richiese a 7.500 soldati quasi tre settimane per saccheggiarlo e bruciarlo. Ciò che non poteva essere saccheggiato fu distrutto e l’intero palazzo fu raso al suolo. Questo furto e la distruzione totale di una delle più grandi collezioni di tesori storici del mondo furono architettati dai Rothschild e dai Sassoon come ritorsione per la resistenza cinese all’oppio. Alla notizia, l’imperatore cinese vomitò sangue e morì poco dopo. Oggi, alcuni dei manufatti più preziosi appaiono ripetutamente all’asta, sempre da parte di venditori ebrei. Si può capire perché non tutti provino simpatia per gli ebrei se effettivamente i tedeschi hanno saccheggiato alcune delle loro opere d’arte. Con ogni probabilità, la maggior parte di esse era stata saccheggiata dagli ebrei a qualcun altro.
Poiché non possiamo ottenere i dettagli necessari per documentare i saccheggi compiuti dagli ebrei in tutte le loro rivoluzioni, dalla Russia in poi, all’Egitto, alla Cina, all’Iraq, alla Libia, né per i saccheggi compiuti dagli americani per loro conto, e in particolare in Germania, non farò alcuna menzione di questo fatto, ma mi limiterò a dichiararlo per registrarne l’entità e per sottolineare che molto di ciò che è stato rubato da questi ebrei ha un valore inestimabile.
Scrittura contabile: |
0.000 miliardi di dollari attuali |
(16) Il Giglio d’Oro del Giappone
Tuttavia, c’è un’altra questione di saccheggio, quella che riguarda il Giappone, che è un po’ più sinistra e che fa parte di una categoria a sé stante in termini di vincitori che reclamano il bottino di guerra. Sembra che quasi tutti siano a conoscenza dei saccheggi, per lo più immaginari, commessi dalla Germania, ma quasi nessuno sembra essere a conoscenza del vasto catalogo di saccheggi quasi incredibili commessi dai giapponesi. Il Giappone, infatti, durante la sua scorreria attraverso Cina e Asia, ha saccheggiato non solo le banche centrali ma ogni possibile fonte di tesoro. Oro, argento, gioielli, opere d’arte, qualsiasi cosa di valore fu saccheggiata, anche da case private, e spedita in Giappone durante le prime fasi dell’invasione. Questa conoscenza è stata totalmente soppressa, non è mai entrata nella mente del pubblico di massa, se non per brevi commenti fatti di sfuggita.
Pochi oggi conoscono i termini della resa del Giappone agli Stati Uniti alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Non è noto a tutti che quando gli americani redassero i documenti della resa del Giappone, vietarono specificamente le richieste di riparazioni di guerra nei confronti del Giappone. L’articolo 14(b) del trattato stabiliva che:
“Le Potenze Alleate rinunciano a tutte le richieste di riparazione delle Potenze Alleate, ad altre richieste delle Potenze Alleate e dei loro cittadini (corsivo dell’Autore) derivanti da qualsiasi azione intrapresa dal Giappone e dai suoi cittadini nel corso della prosecuzione della guerra, e alle richieste delle Potenze Alleate per i costi militari diretti dell’occupazione”.
L’allora Segretario di Stato americano John Foster Dulles costrinse gli altri alleati e tutti i Paesi asiatici a firmare questo accordo di resa. Solo la Cina e la Russia rifiutarono di essere costrette a firmare.
Ma perché impedire le riparazioni? Gli Stati Uniti e gli ebrei hanno usato le riparazioni di guerra per spogliare la Germania fino alle ossa, lasciando solo lo scheletro del Paese. Il Giappone era di gran lunga peggiore della Germania sotto ogni punto di vista, quindi perché questa sorprendente generosità verso il Giappone? I giapponesi saccheggiarono pesantemente tutta l’Asia e spedirono una parte di quel bottino in Giappone ma, poiché il bottino di guerra veniva saccheggiato sempre più lontano da casa, i giapponesi iniziarono ad assemblare e immagazzinare il bottino in preparazione di spedizioni più grandi in seguito. Purtroppo, con il progredire della guerra, il Giappone iniziò a perdere il controllo delle rotte di navigazione e il trasferimento in Giappone non era più un’opzione sicura. Partendo dal presupposto errato che gli Stati Uniti avrebbero permesso loro di tenere le Filippine in cambio di un cessate il fuoco, i giapponesi scelsero di seppellire la maggior parte dell’oro e degli altri beni saccheggiati nelle Filippine. Oggi esiste un’ampia documentazione secondo cui gli ufficiali giapponesi crearono decine di depositi profondi in grotte o altri sotterranei scavati, li riempirono con il tesoro saccheggiato e distrussero gli ingressi con l’esplosivo. Sembra anche che tutte le persone che lavorarono al trasporto, allo scavo e all’immagazzinamento di tutto questo bottino siano state sepolte all’interno delle caverne, lasciando apparentemente solo tre o forse quattro persone a conoscenza del deposito o dei luoghi. Questo era il progetto Giglio d’Oro del Giappone [40], [41], [42], [43], [44].
Sono emerse prove sostanziali e inconfutabili che gli americani erano venuti a conoscenza del Giglio d’Oro e avevano catturato e torturato uno di questi individui, che aveva rivelato l’esistenza e l’ubicazione di almeno alcuni dei siti. Dal momento che il Giappone non avrebbe potuto rivendicare questo bottino dopo la guerra e che i miliardi nascosti erano ormai essenzialmente orfani, gli americani (e gli ebrei) potevano tranquillamente portarli via. Il problema era che si trattava di un crimine enorme, anche per gli americani, poiché si trattava chiaramente di un furto ai danni di amici e non di nemici, che avrebbero voluto la restituzione delle loro proprietà. Gli americani trovarono la soluzione perfetta: la clausola di incameramento delle riparazioni nel trattato di resa del Giappone avrebbe di fatto significato la rinuncia di queste nazioni – e dei loro cittadini – a tutti i tesori saccheggiati dal Giappone, rendendo così “legali” le azioni degli americani, a condizione che tutte le parti firmassero il trattato. E tutte le parti, tranne Cina e Russia, furono effettivamente costrette a firmare.
Il generale MacArthur, responsabile dell’occupazione, riferì di aver trovato “grandi quantità di oro, argento, pietre preziose, francobolli stranieri, lastre per incisioni e … valuta non a corso legale in Giappone“. C’era anche un documento dell’esercito americano che conteneva una dichiarazione che faceva riferimento a “nascondigli non dichiarati di questi tesori [che sono] noti per la loro esistenza“. Le forze di occupazione americane avevano apparentemente scoperto almeno alcuni dei siti giapponesi del Giglio d’Oro, contenenti bilioni (ricordiamo: migliaia di miliardi, di dollari, N.d.T.) in oro e altri oggetti di valore. Questo è indubbio, ed è documentato che MacArthur ha effettivamente visitato alcuni di questi siti aperti e ne ha valutato il contenuto.
I giapponesi saccheggiarono ogni nazione fino all’osso e, nella misura massima possibile, ogni cittadino, e non c’è dubbio che il valore doveva essere dell’ordine dei bilioni di dollari. Poiché non conosciamo il numero di siti scoperti né la percentuale di metalli preziosi in ogni sito, userò una stima prudente di soli 500 miliardi di dollari recuperati. E poiché non ci sono prove che questo bottino sia mai entrato negli Stati Uniti, tanto meno che sia stato registrato nel Tesoro americano, possiamo tranquillamente supporre che sia stato raccolto per conto della FED. A questo proposito possiamo utilizzare due misure. Il prezzo dell’oro all’epoca era di circa 35 dollari l’oncia, mentre i prezzi attuali (2022) si aggirano intorno ai 1.700 dollari, ovvero circa 50 volte, per un valore attuale di circa 25.000 miliardi di dollari. L’altro metodo consiste nel calcolare i 500 miliardi di dollari al 5% per 72 anni dalla fine della guerra, ottenendo un valore attuale di circa 15.000 miliardi di dollari. Utilizzerò la cifra più bassa. Devo notare che l’importo effettivo recuperato è potenzialmente molto più grande di quanto ho ipotizzato in questa sede. Il libro “Gold Warriors” di Seagrave racconta l’intera storia in modo esaustivo [45] e dovrebbe essere considerato una lettura obbligatoria.
Scrittura contabile: |
15.000 miliardi di dollari attuali |
(17) L’isola del tesoro
Nel 1999, Edward Michaud ha scritto un eccellente saggio storico intitolato “Corregidor, l’isola del tesoro della seconda guerra mondiale” [46], [47] in cui descrive dettagliatamente il saccheggio delle Filippine. All’epoca non fu chiamato saccheggio, ma di fatto lo fu. Quando i giapponesi invasero le Filippine, MacArthur fu costretto ad evacuare e a rifugiarsi sull’isola di Corregidor, ma prima fece due cose. Ordinò di distruggere tutte le munizioni e i materiali bellici per non lasciarli ai giapponesi, e raccolse e spedì l’intero patrimonio della banca centrale delle Filippine e tutte le ricchezze personali che potevano essere raccolte dai cittadini locali, “per essere inviate negli Stati Uniti per essere custodite” e prevenire l’inevitabile saccheggio da parte dei giapponesi.
Secondo il rapporto di Michaud, “i soli titoli di Stato consistevano in oltre 51 tonnellate di lingotti d’oro, 32 tonnellate di lingotti d’argento, 140 tonnellate di pesos e centavos d’argento, e milioni di titoli del Tesoro, obbligazioni e azioni societarie. Le proprietà civili… consistevano in circa due tonnellate di lingotti d’oro di varie dimensioni, oltre a una quantità imprecisata di pietre preziose e valuta estera. Quando fu dato l’ordine di evacuare la città, i numerosi inventari e registri cartacei erano ancora incompleti, e a molti privati cittadini non furono nemmeno consegnate le ricevute per i loro oggetti di valore. La maggior parte di essi fu immagazzinata in sezioni del grande complesso sotterraneo noto come Malinta Tunnel. Le rimanenti 51 tonnellate di lingotti d’oro governativi, che consistevano in 2.542 lingotti di 20 chili ciascuno, insieme al resto della valuta e dei titoli cartacei, furono stivate in alcuni dei canali interni del Navy Tunnel, sul lato sud del complesso di gallerie di Malinta“.
Praticamente tutto questo fu caricato su qualsiasi nave, grande o piccola, fosse disponibile e l’intero lotto fu trasferito a Corregidor, dove fu infine caricato su sottomarini statunitensi e portato negli Stati Uniti. Tutto ciò che non poteva essere spedito in tempo veniva caricato su navi in disarmo che venivano rimorchiate in acque più profonde e affondate, per un totale di centinaia di tonnellate di metalli preziosi, alcune delle quali potrebbero essere state recuperate in seguito dai giapponesi, ma anche dagli americani. I sottomarini venivano caricati durante la notte, quando gli aerei giapponesi non potevano attaccare, e si immergevano durante le ore diurne per sicurezza. Michaud pensava che questo tesoro filippino fosse stato trasportato alla Zecca degli Stati Uniti, ma quasi certamente finì alla FED, dato che la zecca era quasi una non-entità che produceva solo monete di metallo a basso costo. Conclude il suo saggio affermando: “Alla fine della guerra questo carico di titoli … o almeno il suo equivalente monetario … fu successivamente trasferito di nuovo al governo filippino“, ma questa affermazione non ha senso. Non ho visto alcuna prova a sostegno, e nessuno è in grado di fare una simile affermazione poiché, nel panico dell’evacuazione prima dell’arrivo dei giapponesi, non fu fatto un inventario accurato, e nessuno sa effettivamente cosa sia stato preso. In ogni caso, dai pochi fatti disponibili, non ho visto nulla a sostegno delle affermazioni secondo cui queste ricchezze furono mai restituite alle Filippine. Questo non è stato l’unico, né l’ultimo, evento di questo tipo durante la Seconda Guerra Mondiale.
In questo calcolo, non ho tenuto conto delle “centinaia di tonnellate” di oro e argento non caricate nei sottomarini durante il primo sforzo e ho ignorato il valore di tutti i tesori diversi dalle 53 tonnellate d’oro e dalle 175 tonnellate di lingotti d’argento. Ancora una volta, una quantità relativamente misera rispetto agli altri crimini.
Scrittura contabile: |
3,3 miliardi di dollari attuali |
(18) Sequestro dei beni industriali tedeschi
Sembra che non sia affatto noto, totalmente espunto dalla storia del mondo, che il governo e l’esercito degli Stati Uniti hanno agito come ladri a pagamento per la mafia ebraica khazar della City di Londra per almeno gli ultimi 85 anni, e lo stanno facendo ancora oggi. Sono in grado di presentare qui solo un brevissimo riassunto di molte storie criminali molto lunghe, quelle con una documentazione sufficiente per essere accettate in un tribunale.
L’argomento è troppo vasto per essere trattato in questa sede. Ho descritto in dettaglio i sequestri della Prima e della Seconda Guerra Mondiale in un libro elettronico, che è molto ricco di riferimenti che non ho fornito in questa sede [48]. Vi invito a leggere il quinto capitolo per comprendere la portata di ciò che è stato fatto. Tutti i beni industriali tedeschi, e anche quelli personali, in tutto il mondo, furono confiscati dall’esercito statunitense, principalmente per conto di questi banchieri ebrei, sebbene anche gli Stati Uniti stessi e le loro società nazionali ne abbiano beneficiato ampiamente. Anche in questo caso, il totale sarebbe stato di migliaia di miliardi di dollari – nel 1915 e nel 1945, senza tener conto di più di 100 anni e 75 anni di accumulo di profitti, ma il panorama è così vasto che non è possibile nemmeno tentare una stima credibile, e quindi non c’è una scrittura contabile per questa voce.
(a) I sequestri della Prima Guerra Mondiale
Non sembra molto noto, ma questi stessi banchieri ebrei, sempre utilizzando gli Stati Uniti come loro “esecutori”, hanno letteralmente saccheggiato tutti i beni industriali tedeschi – in tutto il mondo – dopo entrambe le guerre mondiali. La portata di questa operazione era inimmaginabile. Per fare un esempio, l’intera azienda Bayer fu venduta – a un agente ebreo – per la somma di 5 milioni di dollari, in una “asta” condotta sui gradini della sede centrale della Bayer. All’epoca la Bayer era una delle più grandi aziende del mondo e produceva non solo prodotti chimici, ma anche un vasto assortimento di farmaci, tra cui l’Aspirina, che all’epoca era il farmaco più popolare al mondo e il brevetto più prezioso. L’avvocato ebreo Seymour J. Rubin scrisse che era “chiaro e impellente che per ragioni di giustizia (sic! aggiunto dal traduttore)” un vincitore o un conquistatore dovrebbe confiscare tutte le proprietà e i beni dei vinti.
E la confisca ci fu. Confiscarono non solo tutti i beni aziendali tedeschi in tutto il mondo, ma praticamente tutti i beni personali, con elenchi come “tre cavalli”, “alcuni tronchi di cedro”, “alcuni tappeti”, e naturalmente conti bancari, metalli preziosi, opere d’arte. Tutto ciò era ovviamente illegale, ma gli Stati Uniti approvarono una legge che permetteva loro di farlo. C’era una legge speciale secondo la quale “chiunque fosse di origine tedesca” e fosse stato imprigionato per qualsiasi motivo era classificato come straniero nemico e soggetto a un sequestro totale dei beni, e così gettarono in prigione quasi tutti i tedeschi con qualsiasi accusa inventata, spesso per soli due o tre giorni, giusto il tempo di schedarli e confiscare i loro beni. Questo era uno degli scopi principali della guerra: spogliare un’intera razza di persone di tutti i loro beni, brevetti e proprietà, per abbattere una nazione che stava diventando troppo potente e troppo disobbediente agli ebrei.
Non c’è modo di stimare in modo credibile il valore totale di tutti i sequestri della Prima Guerra Mondiale. I beni personali sequestrati solo negli Stati Uniti ammonterebbero a circa 60 miliardi di dollari in dollari odierni, ma si trattava di beni personali di un solo Paese e della parte di gran lunga più piccola dei sequestri. Il valore totale dei beni aziendali tedeschi sequestrati in tutto il mondo ammonterebbe oggi quasi certamente a molti trilioni, ma i dettagli non sono disponibili per essere calcolati, quindi non c’è una scrittura contabile.
Scrittura contabile: |
0.000 miliardi di dollari attuali |
(b) Operazione Paperclip – Seconda guerra mondiale
Si trattò senza dubbio del secondo furto più massiccio e di vasta portata mai perpetrato nella storia del mondo, superato solo dal saccheggio dell’India da parte degli ebrei un secolo prima. Come nella prima guerra mondiale, tutti i beni della Germania furono nuovamente confiscati, ma questa volta con anni di pianificazione iniziati addirittura prima della guerra [49]. Gli ebrei, che all’epoca controllavano il governo degli Stati Uniti, avevano organizzato migliaia di squadre con decine di migliaia di individui, spesso a pochi metri di distanza dalle truppe che entravano in Germania alla fine della guerra, e presero letteralmente tutto. Arrivarono a ondate, e quello che non prendeva un’ondata lo prendeva quella successiva. Svuotarono ogni biblioteca aziendale, ogni impianto di ricerca, ogni ufficio brevetti, ogni fabbrica, e semplicemente sequestrarono tutto. Persino la Biblioteca del Congresso aveva una propria missione estera che aveva il compito di individuare e confiscare tutti i libri e le riviste pubblicate in Germania che potessero essere di interesse per qualsiasi parte dell’America scientifica o aziendale.
In un caso, l’Ufficio brevetti tedesco mise alcuni dei suoi brevetti più segreti in un pozzo di una miniera profondo 480 metri, ma gli americani lo trovarono e ne confiscarono l’intero contenuto in conto “riparazioni di guerra” per gli Stati Uniti. Il valore degli oltre 800.000 brevetti tedeschi confiscati fu stimato in oltre 30 miliardi di dollari, che sarebbero ben più di 1.000 miliardi di dollari attuali. Come ho già detto, le aziende registrate in America ne trassero un grande profitto, ma molte di queste aziende “registrate in America” erano di proprietà o controllate da ebrei, e i banchieri e gli industriali ebrei europei presero possesso di tutto, comprese le aziende chimiche come la I.G. Farben, le aziende automobilistiche come la Volkswagen, le principali compagnie aeree come la Dornier e la Messerschmitt, le aziende farmaceutiche come la Hoescht. E questo breve elenco non comprende le confische personali di opere d’arte, oro e argento, pietre preziose e altri oggetti di valore. Ancora una volta, un intero popolo fu spogliato fino alle ossa, ma questa volta in modo molto più feroce che nella Prima Guerra Mondiale e, in questo caso, tra i 12 e i 15 milioni di tedeschi furono uccisi con vari mezzi prima, durante e molto tempo dopo il saccheggio. I tedeschi morti non raccontano nulla delle loro vittime, ma gli ebrei vivi raccontano da 75 anni come sono stati saccheggiati dai tedeschi. La verità è piuttosto diversa.
Il saccheggio della Germania dopo la Seconda guerra mondiale è stato così vasto ed esteso che non si può permettere che questa categoria rimanga senza una voce di bilancio. Pertanto, inserisco una voce di 10.000 miliardi di dollari attuali, una cifra che ritengo facilmente difendibile ed eccessivamente conservativa.
Scrittura contabile: |
10.000 miliardi di dollari attuali |
(19) Dirottamento [delle risorse] dei Paesi produttori di petrolio
Non sembra che sia stato compreso o valutato da tutti che [le risorse del]l’Iraq e [del]la Libia sono stati letteralmente dirottati dagli ebrei europei usando l’esercito statunitense come manodopera. Entrambi i Paesi sono stati conquistati, con l’installazione di governi fantoccio, con nuove banche centrali ebraiche di proprietà privata e, almeno nel caso dell’Iraq, praticamente tutte le imprese commerciali con “nuovi proprietari”. Nel caso dell’Iraq, i banchieri ebrei hanno assegnato a se stessi il 65% del petrolio iracheno – senza alcun costo, lasciando all’Iraq solo il 35% dei proventi della propria produzione petrolifera. Inoltre, gran parte del petrolio esportato dall’Iraq non viene misurato, quindi nessuno sa quanto petrolio iracheno venga letteralmente rubato con questo metodo. È solo la quantità misurata che viene condivisa 65/35. Nel caso della Libia, tutto il petrolio viene confiscato da questi stessi banchieri ebrei, sempre con la presenza permanente dell’esercito statunitense. Ne ho parlato in dettaglio in un precedente articolo che vi invito a leggere [50]. Per quanto riguarda la Siria, non sono riusciti a confiscare l’intero Paese grazie alla presenza della Russia, ma l’esercito statunitense è riuscito a prendere il pieno controllo dei giacimenti petroliferi siriani per conto di questi stessi banchieri. Oggi la Siria, come la Libia, non riceve alcun reddito dalla vendita del proprio petrolio.
Inoltre, la mafia ebraica della City di Londra ha installato le proprie banche centrali private in Iraq e in Libia e, con questo mezzo, saccheggerà questi due Paesi per altri bilioni. Anche in Iraq, gran parte o addirittura la maggior parte delle attività commerciali redditizie è stata rilevata da queste stesse persone. Non esistono dati per stimare l’entità del saccheggio da queste fonti secondarie.
È di immensa importanza notare che il sequestro [delle risorse] dell’Iraq e della Libia e dei giacimenti petroliferi siriani è stato fatto interamente dall’esercito statunitense che ha agito come esercito privato dei banchieri [51]. Il governo statunitense ha assorbito l’intero costo delle guerre – con bilioni di dollari presi in prestito a interesse da questi stessi ebrei, ha subito tutte le perdite sul campo di battaglia e da allora ha agito come esecutore militare a tempo pieno della “proprietà” degli ebrei su queste nazioni – senza alcun beneficio per gli Stati Uniti. Tutti i soldi e i vantaggi politici sono andati agli ebrei khazari della City di Londra. Il governo statunitense sta semplicemente eseguendo gli ordini del suo padrone.
I prezzi medi del petrolio sono notoriamente difficili da calcolare ma, per i periodi recenti qui considerati, ho preso una media aggiustata per l’inflazione di 80 dollari al barile. La produzione irachena si aggirava storicamente intorno ai 3,0 milioni di barili al giorno, ora è salita a 3,5 milioni, quindi circa 300 milioni di dollari al giorno, di cui 200 milioni sono presi dai banchieri ebrei della City di Londra. Circa 1.500 miliardi di dollari finora. La produzione libica è scesa a zero dopo l’invasione, ma da allora ha una media di circa 1,5 milioni di barili al giorno, pari a circa 450 miliardi di dollari finora. La Siria ha prodotto 500.000 barili al giorno, di cui i banchieri ebrei si appropriano completamente. Circa 150 miliardi di dollari finora. Sommando questi tre dati si ottengono circa 2.000 miliardi di dollari, o circa 3.000 miliardi di dollari se si tiene conto dell’interesse composto al 5%.
Scrittura contabile: |
3.000 miliardi di dollari attuali |
(20) Privatizzazioni, parte 1
Ci sono alcuni che credono che cedere i servizi o i beni statali alle imprese private sia una mossa saggia perché, come ci viene detto, i governi sono gonfiati e inefficienti e le imprese private possono quasi inevitabilmente essere molto più efficienti. Nella vita reale, non sono riuscito a trovare nemmeno un caso in cui questa teoria mitica si sia dimostrata vera. Al contrario, le imprese private seguono inevitabilmente la stessa strada: quella di massimizzare i profitti aumentando i prezzi e tagliando i servizi. Ancora peggio, sembra impossibile trovare un esempio di privatizzazione che non sia stato inficiato da corruzione e tangenti da parte di legislatori e funzionari governativi. Gli esempi non sono difficili da trovare.
Nel Regno Unito, i nostri amici banchieri ebrei hanno organizzato la privatizzazione delle ferrovie britanniche, dopo di che le hanno prosciugate e fatte fallire, tanto che il governo britannico ha dovuto riprenderle e ricostruirle. Dopo aver ricostruito il sistema ferroviario e averlo fatto funzionare in modo stabile e redditizio, i nostri banchieri ebrei hanno dato un altro calcio al barattolo e lo hanno fatto privatizzare di nuovo. Il costo per i cittadini britannici è stato dell’ordine di miliardi.
Sempre nel Regno Unito, questi stessi banchieri hanno organizzato (o corrotto) la privatizzazione della Royal Mail. Tuttavia, subito prima di negoziare il prezzo di vendita, i sindacati della Royal Mail si sono improvvisamente arrabbiati con la loro dirigenza e hanno proposto uno sciopero a oltranza a lungo termine, togliendo così le fondamenta al prezzo di vendita e rendendo la Royal Mail quasi priva di valore in vista delle gravi lotte sindacali che si prospettano. Ma poi, magicamente, quando la vendita avvenne a un prezzo molto ridotto, i sindacati furono improvvisamente di nuovo felici e non ci fu alcuno sciopero. Ancora più sconfortante è stato il fatto che in qualche modo, inspiegabilmente, il prezzo di vendita sembrava aver incluso solo il valore del servizio di consegna della posta, omettendo del tutto i miliardi di dollari di proprietà della Royal Mail nel centro di Londra. Una “svista inspiegabile” ma, in democrazia, la colpa non è di nessuno [52].
In Canada, nella provincia dell’Ontario, i funzionari governativi hanno ceduto per 2 miliardi di dollari, con un contratto di locazione di 99 anni, l’autostrada più trafficata del Nord America. Qualche anno dopo, i nuovi proprietari hanno venduto il 10% del loro investimento ad alcuni amici per 10 miliardi di dollari, il che significa che il governo dell’Ontario ha svenduto per 2 miliardi di dollari un bene da 100 miliardi di dollari. Ancora peggio, i nuovi proprietari hanno aumentato i pedaggi a tal punto che tutti gli automobilisti cercano di utilizzare altre autostrade, creando una congestione tale che la provincia non ha altra scelta che costruire nuove autostrade. Purtroppo, non possono farlo perché i termini della vendita iniziale vietano al governo di costruire nuove autostrade per “competere” con la vecchia, a meno che anche le nuove non vengano cedute ai “nuovi proprietari”.
Negli Stati Uniti, il sistema carcerario costava 20 miliardi di dollari all’anno. Dopo averne privatizzato solo una parte, lo stesso sistema costa ora ai contribuenti americani più di 80 miliardi di dollari all’anno, con alcune carceri dalle condizioni così disumane che i tribunali ne hanno ordinato la chiusura. E non si tratta solo del sistema carcerario, ma anche del sistema di libertà vigilata e di molto altro ancora, in tutta la nazione. In tutti i Paesi occidentali, questi stessi banchieri ebrei e i loro amici spingono incessantemente per la privatizzazione di quasi tutto ciò che può essere redditizio. Di solito licenziano la maggior parte del personale per ridurre i costi ed evitano anche ogni manutenzione che non sia critica. La teoria, nell’ambito di questi “leasing” a lungo termine, è quella di cannibalizzare il bene stesso, in modo che alla fine del periodo di locazione, quando il bene viene restituito, il suo valore sia esattamente pari a zero. Questa è la teoria della massimizzazione del profitto nell’ambito della privatizzazione.
In tutti i Paesi occidentali, ogni cosa, dagli aeroporti alle prigioni, dall’istruzione alle comunicazioni, ai trasporti e a ogni tipo di servizio pubblico, viene lentamente “privatizzata”, producendo letteralmente bilioni di profitti per i nuovi affittuari e mandando lentamente in bancarotta le nazioni. Si tratta di un programma talmente enorme che coinvolge così tanti Paesi, così tanti tipi di infrastrutture e così tanti tipi di servizi governativi, che qualsiasi stima sensata del saccheggio è impossibile. Pertanto, non farò alcun riferimento ad esso, ma affermerò con forza che il saccheggio in questo caso – il trasferimento di beni sovrani nelle mani di pochi banchieri – è dell’ordine delle decine di bilioni di dollari [53], [54].
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(20) Privatizzazioni, parte 2
Inoltre, ci sono almeno centinaia, e più probabilmente migliaia, di correnti sotterranee in questa attività di privatizzazione, che il più delle volte è condotta come un vero e proprio furto. Va sottolineato che le oltre 50 nazioni in cui gli Stati Uniti hanno rovesciato un governo legittimo e insediato un dittatore compiacente, avrebbero subito molto rapidamente lo stesso processo di “privatizzazione”, con l’esercito e il Dipartimento di Stato statunitensi che avrebbero specificato al nuovo dittatore le porzioni di infrastrutture del suo Paese da confiscare. Nulla di tutto ciò sarebbe stato pagato, e queste occasioni si sono verificate in molte altre nazioni. Per fare un esempio, è stato inizialmente riportato dal NYT, poi rapidamente soppresso ovunque che, dopo la distruzione della Jugoslavia, George Soros e Madeleine Albright (ex-Segretario di Stato, cioè ministro degli Esteri, n.d.T.) hanno ricevuto la “proprietà” dell’intera infrastruttura di comunicazione del Kosovo, per un valore dichiarato di 800 milioni di dollari. È probabile che tutta l’ex Jugoslavia abbia subito la stessa sorte, ma il blocco delle notizie è totale e nessuna informazione può trapelare. Tutto l’Iraq e la Libia hanno subito questo stesso trattamento e molte altre nazioni si trovano nella stessa situazione. Senza una mappa mondiale di questa cosiddetta “privatizzazione”, non potremo mai conoscere il totale reale, ma deve essere immenso [55].
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(21) La Banca Mondiale e il FMI. Infrastrutture e debito
Questa categoria è un po’ più semplice di quella precedente. In genere, i nostri banchieri ebrei finanziano i prestiti governativi privatamente o attraverso il FMI o la Banca Mondiale, e lo fanno quando i tassi di interesse americani sono al minimo. Poi fanno aumentare il debito di un Paese fino a quando non supera qualsiasi livello di ragionevolezza, quindi fanno in modo che la FED statunitense aumenti i tassi di interesse e di fatto metta queste nazioni in bancarotta. Poiché i Paesi non hanno i contanti per rimborsare i loro prestiti, i nostri banchieri ebrei si appropriano delle infrastrutture al posto del pagamento. Si appropriano anche di terreni coltivabili, come è accaduto di recente all’Ucraina, anche se i media (di proprietà ebraica) sembrano non esserne a conoscenza. I media hanno riportato di recente che Rothschild ha dovuto formare una nuova banca solo per detenere tutti i terreni coltivabili confiscati con questi metodi. Gli ebrei khazari vogliono anche l’acqua: il presidente della Nestlè ha affermato pubblicamente che “l’acqua potabile non è un diritto. È una merce e dovrebbe essere valutata e venduta come qualsiasi altra merce“. Qualche anno fa, Jenna Bush, figlia di George jr., ha rilevato per una misera somma la proprietà della più grande falda acquifera del Sud America – per conto dei suoi amici ebrei. Ci sono Paesi in cui più del 70% di tutte le infrastrutture, comprese le ferrovie, le compagnie aeree e gli aeroporti, i porti di navigazione, le banche, i terreni coltivabili – e l’acqua – e molto altro ancora è di proprietà di questi stessi banchieri ebrei della City di Londra.
Un buon esempio attuale è la Grecia [56]. La situazione era così pietosa e l’avidità dei banchieri così potente che la Grecia è stata costretta a mettere l’intero stock di infrastrutture del Paese – tutto – in un fondo lussemburghese “di proprietà privata” che era “interamente al di fuori del potere o dell’influenza” del governo greco. Il valore [di questo sock] era di circa 3.000 miliardi di dollari, ed è stato venduto a qualsiasi prezzo i banchieri abbiano deciso di pagare per le sue parti – se pure lo hanno fatto. In questa voce di bilancio includo solo la Grecia e tralascio le molte decine di altre nazioni che si sono trovate in questa posizione già 100 anni fa. Il totale è sicuramente dell’ordine delle decine di trilioni, ma non abbiamo i dettagli su cui basare una stima [57], [58], [59].
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(22) Finanziamento delle guerre
Non è più un segreto che, nella maggior parte, se non in tutte, le guerre della storia recente questi stessi banchieri ebrei abbiano tipicamente finanziato entrambe le parti. Il consenso generale è che la guerra in Iraq sia costata agli Stati Uniti circa 2.000 miliardi di dollari [60], e Forbes sostiene che il costo in Libia sia di 2 miliardi di dollari al giorno [61], tutti presi in prestito dalla FED. Non possiamo sapere quanto denaro sia stato preso in prestito dai banchieri ebrei della City di Londra per finanziare tutti i conflitti militari della storia recente, e quindi non possiamo dare un prezzo agli interessi pagati, ma è della massima importanza rendersi conto che questi totali non sono piccoli. Per dare un’idea del costo reale, un tempo l’Impero Britannico dominava il mondo, un impero su cui non tramontava mai il sole e “Britannia regnò sui mari” per molto tempo. Ma gli ebrei spinsero l’Inghilterra in due guerre che nessuno voleva e, alla fine, la Gran Bretagna era in bancarotta e chiedeva prestiti agli Stati Uniti per evitare “una Dunkerque finanziaria”. L’Inghilterra prese in prestito tutti i soldi per finanziare la sua parte nella Prima Guerra Mondiale e perse il 40% del suo impero per ripagare quei prestiti. La Seconda Guerra Mondiale è costata alla Gran Bretagna il resto del suo impero e ha lasciato la nazione in una vera e propria bancarotta (cfr. Patrick Buchanan, “Churchill, Hitler and the unnecessary war”, n.d.T.). La Prima Guerra Mondiale è costata alla Gran Bretagna circa 7.000 miliardi di dollari in dollari attuali, e la Seconda Guerra Mondiale è stata molto peggiore. Anche in questo caso, non possiamo sapere con precisione quanto denaro sia stato preso in prestito dai banchieri ebrei, né l’ammontare degli interessi pagati, ma l’entità di entrambi sarebbe stata considerevole, dato che il costo stimato per tutti i Paesi è stato di quasi 50.000 miliardi di dollari attuali [62], [63], [64], [65].
Sappiamo che quando la Guerra Civile si scatenò negli Stati Uniti, i Rothschild di Londra sostenevano l’Unione e quelli francesi il Sud. Tutti fecero fortuna e nel 1861 gli Stati Uniti erano indebitati per 100 milioni di dollari. Ma non abbiamo informazioni sul totale degli interessi pagati. Sappiamo che i Rothschild (attraverso Jacob Schiff) prestarono al Giappone 200 milioni di dollari nel 1905 per finanziare la guerra con la Russia. Si tratta di circa 60 miliardi di dollari attuali, e un’altra serie di banchieri ebrei finanziò la Russia nella stessa misura, entrambe le parti vendendo armi dalle fabbriche di armamenti di Rothschild in Germania. In questo caso, conosciamo le somme prese in prestito, ma non abbiamo informazioni sugli importi di rimborso degli interessi né sulle entrate e sui profitti derivanti dalla vendita delle armi da guerra. Semplicemente non ci sono sufficienti dettagli pubblici per determinare l’aumento di ricchezza di questi banchieri per aver istigato e finanziato tutte quelle guerre. Il totale deve aggirarsi intorno ai bilioni, ma non abbiamo una base solida per una stima, quindi non c’è una voce di bilancio.
Con l’avvicinarsi della Seconda Guerra Mondiale, questi stessi banchieri non solo spinsero gli Stati Uniti a entrare in guerra, ma prestarono agli americani il denaro per pagarla. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale, gli Stati Uniti erano passati da 33 a 285 miliardi di dollari di debito, tutto per aiutare i nostri amici banchieri ebrei a scatenare e combattere una guerra che nessuno, tranne loro, voleva. È anche peggio di quanto si possa immaginare. Questi banchieri avevano bisogno di altri Paesi in guerra, ma non volevano prestare loro il denaro perché le loro economie non erano considerate sufficientemente prive di rischi, e questo valeva anche per l’Inghilterra. La soluzione fu quella di prestare il denaro agli Stati Uniti, quindi spingere gli americani a fare tutti quei prestiti di guerra, per far felici gli ebrei non solo mantenendo tutti i Paesi in guerra, ma facendo sì che gli Stati Uniti garantissero di fatto tutto il loro debito. Da qui il debito di 285 miliardi di dollari che, per fare un paragone, equivarrebbe a circa 12.000 miliardi di dollari attuali. Il debito non è mai stato estinto; non sono disponibili documenti sufficienti a documentare il totale degli interessi pagati ai banchieri ebrei per il finanziamento della guerra, né per gli Stati Uniti né per tutte le nazioni del mondo, per cui questa voce non è stata conteggiata. In termini di grandezza, tuttavia, l’importo è sicuramente dell’ordine delle decine di bilioni di dollari di oggi.
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(23) La valuta è nostra, ma il problema vostro
Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, le principali nazioni del mondo organizzarono quello che noi chiamiamo “Gold Standard”, che significava che un paese non poteva stampare più denaro di quanto ne avesse effettivamente in riserve auree. Lo scopo era quello di mantenere la stabilità e di evitare qualsiasi eccesso di stampa di denaro che avrebbe portato all’inflazione e avrebbe potuto distruggere il sistema monetario internazionale, come gli ebrei avevano fatto ripetutamente in passato. In teoria, tutti i debiti internazionali dovevano essere regolati in oro, ma in pratica ciò era scomodo e ingombrante. Poiché il dollaro americano esisteva in grandi quantità e, in teoria, era pienamente garantito come scambiabile con l’oro in qualsiasi momento, tutte le nazioni regolavano semplicemente i loro conti in dollari americani. Ma la fiducia in questo sistema si basava sulla promessa che ogni nazione avrebbe potuto, in qualsiasi momento, scambiare le proprie disponibilità di dollari con oro vero.
Il sistema funzionò abbastanza bene per circa 20 anni, fino a quando, all’inizio del 1971, gli Stati Uniti si trovarono sotto un’enorme pressione finanziaria a causa delle enormi somme che avevano preso in prestito per finanziare le loro atrocità militari in Vietnam. La goccia che fece traboccare il vaso fu la Francia che, non ignara di quanto stava accadendo e preoccupata per la capacità degli Stati Uniti di mantenere il valore del dollaro, insistette per scambiare tutti i suoi averi in dollari con oro, come previsto dall’accordo. Le scorte d’oro degli Stati Uniti non erano sufficienti a soddisfare la richiesta e la FED si trovò di fronte alla possibilità concreta che tutte le nazioni chiedessero un cambio. Di fronte a questa pressione, i banchieri ebrei dichiararono unilateralmente nullo l’accordo finanziario mondiale, costrinsero gli Stati Uniti a ritirarsi dalla partecipazione al Gold Standard e la FED si rifiutò di convertire in oro le disponibilità di dollari esteri di qualsiasi nazione. In questo modo, tutti i Paesi del mondo si ritrovarono in mano innumerevoli bilioni di dollari che non avevano più un valore fisso o garantito, ma che erano destinati a svalutarsi, dal momento che gli Stati Uniti stavano stampando enormi quantità di dollari per finanziare la guerra in Vietnam. All’epoca, il Segretario del Tesoro americano John Connally disse al mondo: “È la nostra valuta, ma è un vostro problema”.
Poiché tutte le nazioni avevano accumulato dollari USA in buona fede, ma ora non avevano modo di disfarsene, non avevano altra scelta che continuare a utilizzare lo stesso dollaro USA, ormai di valore indeterminato, per tutte le transazioni internazionali. Questo atto di capitalismo predatorio ebraico ha imposto al mondo un’incredibile sanzione finanziaria, devastando il valore delle riserve valutarie delle altre nazioni. Dopo aver rinnegato il Gold Standard (l’accordo di Bretton Woods), la FED ha continuato a stampare enormi quantità di denaro, facendo precipitare il mondo occidentale in un’intensa spirale inflazionistica. Dalla data del default degli Stati Uniti nel 1971 al 1981 o 1982, il dollaro USA si è svalutato di oltre il 95%, rappresentando un trasferimento di ricchezza quasi inimmaginabile dal mondo intero agli ebrei della FED, perché tutte le nazioni che detenevano dollari USA hanno subito tale perdita nelle loro riserve valutarie, mentre i debiti degli Stati Uniti sono rimasti in dollari USA fortemente svalutati, rimborsando così il debito estero a 5 centesimi per dollaro. Nel 1971, una bella casa negli Stati Uniti costava solo 25.000 dollari. Nel 1976, quella stessa casa costava più di 100.000 dollari e nel 1983 il prezzo era di circa 250.000 dollari. Questi prezzi rappresentano con precisione il deprezzamento del dollaro statunitense durante quel decennio.
Il vantaggio per i nostri cari banchieri ebrei? Beh, il prezzo dell’oro nel 1971, quando hanno ucciso il Gold Standard, era di circa 40 dollari l’oncia. Oggi quell’oro vale 1.700 dollari l’oncia. D’altra parte, la moneta cartacea che tutti gli altri governi dovevano accettare al posto del loro oro si è svalutata di circa il 95% da allora. Non esiste un modo preciso per valutare questo dato. Il danno finanziario accumulato dalle economie nazionali del mondo è almeno dell’ordine delle centinaia, se non delle migliaia di bilioni di dollari. Il danno è così vasto, così ampio e onnicomprensivo che è impossibile anche solo contemplare una misurazione.
Ma non perdiamo il punto principale. Non è stato il “governo degli Stati Uniti” o il “Tesoro degli Stati Uniti” a prendere questa decisione. Piuttosto, è stata presa per loro da Rothschild e dagli altri proprietari ebrei della FED e della City di Londra per mantenere le proprie riserve d’oro e proteggerne il valore. Si è trattato semplicemente di un altro salvataggio per i banchieri ebrei, in questo caso a grande costo per il mondo intero. Se solo potessimo dare un numero al costo. Ma non possiamo.
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Conclusione
“La congiura dell’uomo più ricco del mondo”
Come si può dedurre da quanto sopra, la vera ricchezza del mondo non è mai derivata dalla proprietà delle aziende, ma dal finanziamento delle guerre, dal possesso delle banche centrali delle nazioni e da furti e attività criminali su vasta scala internazionale. La grande quantità di proprietà aziendale ebraica oggi non è l’inizio dell’accumulo di ricchezza, ma solo l’ultimo passo del processo. Come nel caso di tutta la criminalità organizzata, i bilioni di dollari coinvolti nella proprietà delle imprese, di cui si è parlato all’inizio, derivano semplicemente dal reinvestimento dei profitti criminali in imprese legittime.
Da quanto sopra dovrebbe essere ovvio che persone come Gates, Buffett e Bezos non sono in lizza per il titolo di uomo più ricco del mondo. Elon Musk, con i suoi presunti 200 miliardi di dollari, si qualifica a malapena come spiccioli, mentre persone come George Soros, con i suoi miseri miliardi, non si qualificano nemmeno come moneta spicciola. I media ci hanno mentito per decenni e ci hanno mandato a cercare nei posti sbagliati. Le pubblicazioni ebraiche oggi hanno molti articoli su “Gli ebrei più ricchi del mondo” [66] o “Gli ebrei più influenti”[67], ma sono tutte sciocchezze, che elencano individui come Zuckerberg o Soros, o Sheldon Adelson al vertice. Nulla di tutto ciò è casuale; è solo un modo per distrarre l’attenzione dalle vere fonti di denaro e potere, e forse non sorprende che tutti i giornali e le riviste che trattano l’argomento seguano lo stesso schema. Ciò che sorprende è che persone come Bill Gates e Warren Buffett partecipino a questa farsa quando devono conoscere così chiaramente la verità delle loro posizioni. Nessuno di questi uomini può essere così ingenuo o ignorante, il che implica sicuramente una congiura del silenzio.
A parte questo, la maggior parte degli uomini che costruiscono qualcosa di sostanzioso ha un impulso quasi genetico a trasmetterlo alla propria prole, per creare magari anche una piccola dinastia familiare che possa continuare nel tempo. Ma qualcuno ha notato che solo persone come Bill Gates e Warren Buffet non hanno questo desiderio e sono determinati a dare via tutto alla fine? Perché in questa lista non ci sono Rothschild, né Sassoon, né Kadoory, né Goldman Sachs? Questa filantropia terminale è un difetto solo dei goyim? Possiamo ragionevolmente supporre che questa tendenza derivi da una pressione, e il mio sospetto è che questa pressione derivi da obblighi dovuti a finanziamenti. Ciò significa che Gates e Buffett non hanno creato i loro imperi interamente da soli; credo che abbiano avuto a disposizione idee, pianificazione, molti finanziamenti e la prepotente diplomazia ebraica per realizzare ciò che hanno fatto. Il prezzo da pagare è che non lo portiate con voi quando ve ne andate. Una cosa che gli ebrei non finanziano è la concorrenza con loro stessi.
La fondazione e la costruzione di grandi fortune aziendali non è normalmente un processo rapido. Naturalmente ci sono sempre delle eccezioni, ma in genere le cose richiedono tempo. La saggezza convenzionale, che si è dimostrata più volte vera, è che “ci vuole la prima generazione per farcela, e la seconda generazione per farla diventare davvero grande“. Gli ebrei, funzionando come un’unità organica, possono mandare in cortocircuito questo processo. Consideriamo Indigo Books & Music, avviata dall’ebrea Heather Reisman solo circa 25 anni fa, ha portato alla bancarotta finanziaria della più grande libreria indipendente del Canada e all’acquisizione o all’eliminazione di tutti gli altri concorrenti che improvvisamente hanno incontrato “difficoltà finanziarie”. Oggi Indigo è l’unica grande catena di librerie in lingua inglese del Canada e il più grande rivenditore di libri, regali e giocattoli speciali del Paese, con un fatturato annuo di oltre 1 miliardo di dollari. Gli ebrei controllano l’industria editoriale e possono assicurarsi che, se vi rifiutate di vendere, la vostra libreria non riceva scorte. Controllano collettivamente gran parte dei finanziamenti e della distribuzione e possono imporre acquisizioni o fallimenti. Non c’è difesa contro un assalto deciso degli ebrei. Queste persone operano come gangster e hanno a disposizione finanziamenti illimitati per rilevare un settore industriale quasi a piacimento.
Il punto importante è che la pianificazione di queste acquisizioni settoriali raramente ha origine con il volto pubblico dell’operazione. Si tratta invece spesso di parti collegate di un piano mondiale a lungo termine per il controllo di questi settori. Ho trattato alcuni di questi aspetti in un precedente articolo intitolato “Gli eroi aziendali ebrei di oggi – tutti nati dalla Vergine” [68], che trattava di Google, Facebook e alcuni altri. È evidente che né Zuckerberg né i gemelli di Google erano in grado di creare quasi istantaneamente un leader mondiale nei rispettivi settori. Per ottenere un tale risultato sono necessari finanziamenti illimitati e l’applicazione di enormi quantità di pressione finanziaria e politica, oltre a una pianificazione determinata e a un intenso sostegno da parte dei media. Questo vale anche per altre aziende come Wikipedia, Amazon, Starbucks e molte altre che sembrano essere arrivate dal nulla a essere leader mondiali in pochissimo tempo. Il processo è stato lo stesso in tutti i casi e si applica certamente oggi all’attuale “uomo più ricco del mondo”, Elon Musk.
Tutto ciò che bisogna fare è pensare. Prendendo come esempio Elon Musk, quest’uomo è sembrato venire letteralmente dal nulla eppure, improvvisamente, “possiede” il più grande produttore di auto del mondo. Nello stesso periodo Musk ha avviato un programma aggressivo di lancio di decine di migliaia di satelliti per le comunicazioni, e poi SpaceX, “la società privata di voli spaziali di Elon Musk”, produttrice dell’astronave, che progetta missioni sulla Stazione Spaziale Internazionale, nientemeno. Poi Musk ha acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari.
Negli ultimi 100 anni, chiunque abbia tentato di creare una nuova azienda ed un nuovo marchio automobilistici si è scontrato con un disastro, ma a quanto pare Musk non ha avuto alcun intoppo con la Tesla, che è improvvisamente diventata la preferita del mondo. Ciò avrebbe richiesto forse dieci anni di pianificazione e progettazione, la progettazione di fabbriche e produzione, la creazione di linee di approvvigionamento, i test e le certificazioni e molto altro ancora, ma con Tesla tutto ciò è avvenuto apparentemente in una notte, nel vuoto. Dobbiamo credere che Elon Musk abbia progettato la Tesla? Non ci sono prove che Musk sia in grado di progettare anche solo un’astina [dell’olio], tanto meno un’intera auto, quindi come è avvenuto tutto questo e qual è stata la fonte dei miliardi necessari per portare a compimento questo progetto? Musk non ha partecipato alla creazione della Tesla. In qualche modo è arrivato alla fine, “possedendo” l’azienda.
Allo stesso modo, l’aggressivo programma di satelliti di comunicazione che “Elon Musk” ha lanciato; anche questo avrebbe richiesto molti anni di pianificazione e progettazione, per non parlare dell’organizzazione delle strutture di lancio e dell’ottenimento delle migliaia di clienti paganti necessari. Anche questo richiederebbe anni e miliardi di dollari di finanziamenti ma, come il programma di volo spaziale di Bezos, questo è apparso improvvisamente in piena fioritura, operativo, lanciato e pronto a partire. Chi ha pianificato tutto questo? Sicuramente non è stato Musk, quindi chi c’è dietro? E i soldi per tutto questo da dove provengono? “La Tesla di Musk non ha mai fatto profitti, quindi dove avrebbe trovato i miliardi per un sistema di decine di migliaia di satelliti per le comunicazioni? Nulla di simile può essere realizzato senza un decennio o più di pianificazione intensiva e un investimento enorme, e ovviamente nulla di tutto ciò proviene da Musk.
Queste sarebbero sfide sufficienti per qualsiasi uomo, ma poi “Elon Musk” ha acquistato Twitter per 44 miliardi di dollari. Come è potuto accadere? Ci viene detto che Musk ha improvvisamente un patrimonio di – vagamente – 200 miliardi di dollari, senza alcun dettaglio, ma presumibilmente dalle azioni della “sua” Tesla. Ma dobbiamo presumere che Musk abbia altri 44 miliardi di dollari in contanti in banca per acquistare Twitter? Non è possibile, e Musk non sta vendendo metà delle sue azioni Tesla per finanziarlo, quindi qual è la fonte del denaro? I media confondono le idee, fornendo solo qualche battuta ma nessun dettaglio, e così ci viene in mente che Musk è molto ricco e potrebbe in qualche modo permettersi di acquistare Twitter, ma basta pensare per rendersi conto che è impossibile.
Il quadro è offuscato perché le ambizioni politiche degli ebrei khazari non possono essere separate dalle loro intenzioni finanziarie. Il sistema satellitare di “Musk” sarà composto da 35.000 satelliti di comunicazione – militari, non civili – alcuni dei quali sono già utilizzati in Ucraina. Gli ebrei khazari della City di Londra sono alla ricerca disperata della Terza Guerra Mondiale, ma non hanno un esercito proprio e devono dipendere dagli Stati Uniti (come esercito privato dei banchieri) per mantenere la supremazia militare. Se non vi è ancora venuto in mente, la ragione di questo sviluppo è che i cinesi hanno dimostrato di poter abbattere i satelliti di sorveglianza e di comunicazione statunitensi, rappresentando così una minaccia esistenziale ai guerrafondai statunitense [che cercano il confronto] con Cina e Russia. La soluzione è intelligente, ma anche ovvia: non si possono abbattere 35.000 piccoli satelliti di comunicazione, e così si mantiene la supremazia degli Stati Uniti nelle comunicazioni sul campo di battaglia. Il finanziamento è interessante perché normalmente gli ebrei spingono gli Stati Uniti a fare tutti questi investimenti militari, ma gli Stati Uniti non hanno più i soldi per tutti questi sforzi e quindi non hanno avuto altra scelta che finanziare loro stessi – e incanalarli attraverso Musk per mascherarne l’origine. Non c’è altra fonte per il finanziamento di un progetto così massiccio. È ovvio che il finanziamento non proviene da “Elon Musk”, dal momento che la “sua” Tesla non è ancora in grado di generare profitti, quindi dove avrebbe trovato il denaro per lo sviluppo del satellite? I banchieri ebrei della City di Londra sono l’unica fonte.
È la stessa cosa che ha fatto “Mark Zuckerberg” qualche anno fa acquistando e fondando società per la produzione di droni militari e palloni aerostatici ad alta quota, quest’ultimi perché il caro Mark voleva che tutti nel mondo avessero accesso a Internet. Non proprio. I palloni ad alta quota non servivano per l’accesso a Internet, ma per le comunicazioni militari con i droni che “Facebook” stava producendo, droni che trasportavano testate che avrebbero potuto comunicare per mezzo dei palloni se la Cina avesse distrutto tutti i satelliti di comunicazione militare degli Stati Uniti. Per quanto ne so, nessuno si è chiesto perché “Facebook” stesse producendo droni militari e i relativi sistemi di comunicazione. Anche in questo caso, non era possibile far ricadere questo costo sulle forze armate statunitensi, quindi gli ebrei della City di Londra lo hanno fatto passare attraverso Facebook per mascherarlo da impresa civile e nascondere la vera fonte – e l’intenzione – al controllo.
Tornando a Tesla, se ci si prende il tempo di leggere il trattato di Musk sul trasporto iperveloce, di livello liceale [69], o di ascoltare le sue dichiarazioni ai media, è evidente che l’uomo non aveva l’intelligenza necessaria per raggiungere la sua posizione in modo indipendente. Non sembra, almeno a me, che sappia qualcosa di alcunché, e direi lo stesso per Zuckerberg e i gemelli di Google. Queste persone sono solo una copertura per qualcuno che ha davvero tutti i soldi. E i piani. Ma noi dovremmo credere che Elon “guardate-il-mio-sorriso-da-ragazzino-di-8-anni-e-il-mio-adorabile-sguardo-da-bimbo-di-3-così-non-vi-accorgete-di-quanto-sono-stupido” Musk, sia improvvisamente l’uomo più ricco del mondo grazie alla progettazione di automobili e satelliti e navi spaziali e il cielo solo sa cosa? Cazzate.
Quest’ultimo punto merita attenzione. Vedete Warren Buffett posare con uno stupido sorriso e adorabili occhi da cocker per sedurre tutte le madri e incoraggiare le loro figlie a comprare le azioni della sua azienda? Che razza di uomo, apparentemente amministratore delegato di società internazionali da un trilione di dollari, si comporta in modo così sciocco? Un nano mentale con gravi problemi emotivi, nessun altro.
Argomentazioni simili valgono per Zuckerberg, Bezos, i gemelli di Google e altri. Nessuno ha le conoscenze o le capacità, né gli enormi finanziamenti per fare le cose che si suppone stiano facendo. Né le loro fortune né le loro capacità possono essere reali. È più facile accettare un Bill Gates che, partendo da una piccola Microsoft, ha costruito in 40 anni un impero da 50 miliardi di dollari, ma pretendere che un Elon Musk, di punto in bianco, passi improvvisamente dal dormire nella sua auto e mangiare le foglie degli alberi, a progettare auto elettriche, satelliti per comunicazioni militari, veicoli spaziali e molto altro, è una prospettiva troppo ridicola per preoccuparsi di confutarla.
Alcuni sostengono che Elon Musk non sia ebreo. Elon (אֵילוֹן), o Alon (אַלוֹן) è un nome maschile ebraico che non compare in un elenco di nomi gentili. Musk ha frequentato le scuole ebraiche in Sudafrica. Sua madre, Maye Haldeman, è ebrea ma è indicata come “canadese”, che non è certo un gruppo etnico. Ci sono relazioni familiari e di altro tipo con ebrei (il fratello di Elon ha sposato Jen Lewin), e altro ancora. I legami di Musk con Israele e con i potenti ebrei hanno una lunga storia, il rapporto stretto di Tesla con la tecnologia israeliana dura da molti anni e la sua tecnologia di guida autonoma è al 100% ebraica, proveniente dall’azienda israeliana Mobileye. Musk ha contatti stretti e di alto livello in Israele, avendo incontrato Netanyahu (nella sua residenza privata) in più di un’occasione.
È notizia recente che Evelyn de Rothschild è morto (in questo caso si tratta di un uomo, il nome Evelyn in inglese viene usato per entrambi i sessi, n.d.T.) in età avanzata [70]. Il NYT ha scritto un necrologio completamente fittizio, notevole soprattutto per le sorprendenti bugie, come fa il NYT per ogni criminale ebreo che lascia questo mondo. Per rinfrescarvi la memoria sulla follia criminale dei redattori del NYT potreste leggere il loro amorevole trattato su Madeline Albright. Secondo loro, questo Rothschild “Inizialmente poco promettente, alla fine si è unito all’azienda di famiglia e ne è diventato presidente, esercitando una vasta influenza negli affari finanziari e politici della Gran Bretagna“. Questa parte è certamente vera. L’uomo aveva banche, banche d’investimento, filiali d’investimento e molto altro in circa 30 Paesi, e non c’era alcun dubbio sulla sua “vasta influenza negli affari finanziari e politici della Gran Bretagna“, dal momento che era il principale personaggio coinvolto nella vendita di tutti i cespiti del Regno Unito ai banchieri ebrei da parte di Margaret Thatcher. Ma poi il NYT ci ha detto che Evelyn de Rothschild valeva forse due miseri miliardi 2 di dollari.
Dobbiamo quindi pensare che Evelyn de Rothschild, il rampollo della più grande dinastia di banchieri criminali della storia del mondo, un uomo che possedeva letteralmente centinaia di banche e società finanziarie in tutto il mondo, fosse in realtà così noioso, lento e ottuso, che anche una merdina come Zuckerberg poteva arrivare dal nulla e in pochi anni valere dieci volte tanto. Come Buddy Holly amava dire: “Quello sarà un gran giorno”.
Chi sono davvero gli uomini più ricchi del mondo? Chi ha finanziato entrambe le parti di ogni guerra negli ultimi 300 anni? Starbucks? Chi ha saccheggiato il Sudafrica di tutto l’oro e i diamanti negli ultimi 150 anni? Il presidente di Victoria’s Secret Underpants? È Mark Zuckerberg che ruba ogni anno trilioni di petrolio all’Iraq? Non ho dubbi che Jeff Bezos sia un criminale, ma non è stato Bezos a organizzare il furto di tutto l’oro da tutte le banche del mondo negli anni Trenta. Chi possiede ben 75 o 80 banche centrali delle nazioni del mondo? Qualche goyim del Kansas?
Mi dicono che ci sono 13 famiglie che controllano l’intero clan mondiale, operando dalla City di Londra. I leader di questa lista sono indiscutibilmente i Rothschild, probabilmente a partire da Jacob Rothschild, “il re degli ebrei”, seguito dai suoi parenti. L’elenco includerebbe probabilmente un Sassoon, un Warburg, un Goldman, un Moses Seif, un Kuhn, un Loeb, un Salomon, un Sebag-Montefiori, con un patrimonio totale di centinaia di trilioni di dollari. Possiamo solo fare delle ipotesi sugli altri, ma possiamo essere certi che né Bill Gates né Warren Buffett hanno mai fatto parte di questa lista, mentre Elon Musk e Jeff Bezos possono essere liquidati con meritato disprezzo.
Lo scopo di questo saggio era triplice: (1) portare all’attenzione dei lettori l’esistenza di una cospirazione di lunga data sull’identificazione dell’”Uomo più ricco del mondo”, (2) escludere dalla contesa l’attuale lista di candidati e (3) documentare che un piccolo numero di famiglie bancarie ebraiche operanti nella City di Londra detiene da generazioni questi record di ricchezza con fortune che sono ordini di grandezza superiori a qualsiasi cosa si possa immaginare. Confido che tutto ciò sia stato realizzato in modo soddisfacente per i lettori.
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Gli scritti di Larry Romanoff sono stati tradotti in 32 lingue e i suoi articoli sono stati pubblicati su più di 150 siti web di notizie e politica in lingua straniera in più di 30 paesi, oltre a più di 100 piattaforme in lingua inglese. Larry Romanoff è un consulente aziendale in pensione e un uomo d’affari. Ha ricoperto posizioni dirigenziali senior in società di consulenza internazionali e possedeva un’attività di import-export internazionale. È stato professore in visita presso la Fudan University di Shanghai, presentando casi di studio in affari internazionali a classi EMBA senior. Il signor Romanoff vive a Shanghai e attualmente sta scrivendo una serie di dieci libri generalmente legati alla Cina e all’Occidente. È uno degli autori che contribuiscono alla nuova antologia di Cynthia McKinney “When China Sneezes”. (Chapt. 2 — Dealing with Demons)
Il suo archivio completo può essere visto
https://www.moonofshanghai.com/ e https://www.bluemoonofshanghai.com/
Può essere contattato a:
2186604556@qq.com
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Note
[1] Visualizing the 200-Year History of U.S. Interest Rates
https://advisor.visualcapitalist.com/us-interest-rates/
[2] 800 years of interest rates. Did high interest rates set off the Wars of the Roses or even Game of Thrones?
https://boscobelandpartners.com/politics/800-years-interest-rates-high-interest-rates-set-off-wars-roses-even-game-thrones/
[3] Who owns the world? Tracing half the corporate giants’ shares to 30 owners
https://theconversation.com/who-owns-the-world-tracing-half-the-corporate-giants-shares-to-30-owners-59963
[4] Who owns the world
https://thethrivinginvestor.com/who-owns-the-world/
[5] Who owns the world’s largest corporations?
https://www.smartcompany.com.au/finance/owns-worlds-largest-corporations/
[6] Ancient Jewish History: Banking & Bankers
https://www.jewishvirtuallibrary.org/banking-and-bankers
[7]The History of Jewish Banking
https://www.manfredlehmann.com/news/news_detail.cgi/173/0
[8] Jews and Finance
https://www.myjewishlearning.com/article/usury-and-moneylending-in-judaism/
[9] The History of the House of Rothschild
https://rense.com/general88/hist.htm
[10] SASSOON: By: Joseph Jacobs, Goodman Lipkind, J. Hyams
https://jewishencyclopedia.com/articles/13218-sassoon
[11] Precursor To The Global Crime Syndicate: The 19th-Century Opium Trade
https://www.winterwatch.net/2022/08/precursor-to-the-global-crime-syndicate-the-19th-century-opium-trade/
[12] Currency Wars, Song Hongbing
https://www.goodreads.com/book/show/18618477-currency-wars
[13] BRIEF HISTORY OF GOLD MINING IN SOUTH AFRICA
https://www.miningforschools.co.za/lets-explore/gold/brief-history-of-gold-mining-in-sa
[14] HISTORICAL DIAMOND PRODUCTION
https://www.dmr.gov.za/LinkClick.aspx?fileticket=kTsuDj3GMDM%3D&portalid=0
[15] Gold Prices by the Decade
https://sdbullion.com/gold-price-by-year
[16] The Panama Canal And The Intriguing Way It Was Financed
https://panamaadvisoryinternationalgroup.com/testblog/news-from-panama/the-panama-canal-and-the-intriguing-way-it-was-financed/
[17] Governments did not always have to pay interest when borrowing from Bank of Canada
https://thereview.ca/2019/02/01/governments-did-not-always-have-to-pay-interest-when-borrowing-from-bank-of-canada/
[18] Canada’s federal debt
https://qualicuminstitute.ca/federal-debt/
[19] Usury in Canada: 1.1 trillion in interest paid on 600 billion of debt
https://medium.com/toronto-life/usury-in-canada-287001af6abe
[20] Canada needlessly pays $1 trillion in interest
https://www.chroniclejournal.com/opinion/letters_to_editor/canada-needlessly-pays-1-trillion-in-interest/article_b3885d76-97d4-11e6-a036-93b019abedd3.html
[21] Annual interest on Canada’s government debt translates into $7,000 for a family of four
https://www.fraserinstitute.org/article/annual-interest-on-canadas-government-debt-translates-into-7000-for-a-family-of-four
[22] Hon. Paul Hellyer Video – Public Banking In America (Click on ‘Skip Ads’)
https://www.youtube.com/watch?v=p8mlwxBpaTU&t=517s
[23] Italy’s Debt Clock: Realtime Demo Showing The Size Of Italy’s Public Debt
https://commodity.com/data/italy/debt-clock/
[24] Let’s Have a Financial Crisis: First, We Need a Central Bank
https://www.bluemoonofshanghai.com/politics/lets-have-a-financial-crisis-first-we-need-a-central-bank-october-07-2019-2/
[25] Let’s Have a Financial Crisis: First, We Need a Central Bank
https://www.bluemoonofshanghai.com/politics/lets-have-a-financial-crisis-first-we-need-a-central-bank-october-07-2019-2/
https://www.nytimes.com/1981/06/21/business/how-the-oil-glut-is-changing-business.html?pagewanted=all
[27] Destroyers of US Democracy
https://consortiumnews.com/2022/11/07/chris-hedges-destroyers-of-us-democracy/
[28] Trends in Income From 1975 to 2018
https://www.rand.org/pubs/working_papers/WRA516-1.html
[29] The Top 1% of Americans Have Taken $50 Trillion From the Bottom 90%
https://time.com/5888024/50-trillion-income-inequality-america/
[30] How much Gold was Confiscated in 1933? | Gold Confiscation History, Executive Order 6102
https://www.sgtreport.com/2022/02/how-much-gold-was-confiscated-in-1933-gold-confiscation-history-executive-order-6102/
[31] FDR’s 1933 Gold Confiscation was a Bailout of the Federal Reserve Bank
http://www.moonlightmint.com/bailout.htm
[32]Gold Reserve Act of 1934
https://www.federalreservehistory.org/essays/gold-reserve-act
[33] Banking Act of 1935
https://www.federalreservehistory.org/essays/banking-act-of-1935
[34] US Silver Purchase Act of 1934
https://www.cato.org/publications/commentary/americas-plan-destabilize-china
[35] The Effect Of The Silver Purchase Act of 1934 on United States, China, Mexico and India.
https://ia801201.us.archive.org/29/items/effectofsilverpu00rand/effectofsilverpu00rand.pdf
[36] Milton Friedman and Anna J. Schwartz. A Monetary History of the United States, 1867-193660 (Princeton: Princeton University Press, 1963), p. 485.
https://fee.org/articles/origins-of-the-chinese-hyperinflation/
[37] Timeline of U.S. Federal Debt
https://www.debt.org/faqs/united-states-federal-debt-timeline/
[38] How much gold is there in the world?
https://www.bbc.com/news/magazine-21969100
[39] China Remembers a Vast Crime – The New York Times
https://www.nytimes.com/2010/10/22/arts/22iht-MELVIN.html
[40] GOLD WARRIORS
https://www.bluemoonofshanghai.com/wp-content/uploads/2022/10/Gold-Warriors.pdf
[41] Japan’s Golden Lily Project
https://www.voltairenet.org/article30068.html
[42] Japan’s Golden Lily Project
https://www.amazon.ca/Gold-Warriors-Americas-Recovery-Yamashitas/dp/184467531
[43] Japan’s Golden Lily Project
https://rense.com/general49/sece.htm
[44] Chalmers Johnson Review of Seagrave’s ‘Gold Warriors’,
https://www.lrb.co.uk/the-paper/v25/n22/chalmers-johnson/the-looting-of-asia
[45] GOLD WARRIORS
https://www.bluemoonofshanghai.com/wp-content/uploads/2022/10/Gold-Warriors.pdf
[46] Edward Michaud “Corregidor The Treasure Island of WWII”,
https://www.corregidor.org/chs_trident/trident_01.htm
[47] Edward Michaud Corregidor
https://corregidor.org/chs_trident/trident_03.htm
[48] Nations Built on Lies – Volume 1 – How the US Became Rich
https://www.bluemoonofshanghai.com/wp-content/uploads/2022/10/ENGLISH-NATIONS-BUILT-ON-LIES-VOLUME-1-How-the-US-Became-Rich.pdf
[49] The Greatest Intellectual Property Theft in History: Operation Paperclip
https://www.bluemoonofshanghai.com/politics/the-greatest-intellectual-property-theft-in-history-operation-paperclip-november-16-2019/
[50] Humanity at the Crossroads — Connecting the Dots to Our Brave New World
https://www.bluemoonofshanghai.com/politics/2331/
[51] The Bankers’ Private Army
https://www.bluemoonofshanghai.com/politics/the-bankers-private-army/
[52] Private Enterprise and the National Good
https://www.bluemoonofshanghai.com/politics/5652/
[53] A Further Look at Privatisation
https://www.bluemoonofshanghai.com/politics/5647/
[54] World Map of Privatisation
https://www.bluemoonofshanghai.com/politics/5634/
[55] World Map of Privatisation
https://www.bluemoonofshanghai.com/politics/5634/
[56] Humanity at the Crossroads — Connecting the Dots to Our Brave New World
https://www.bluemoonofshanghai.com/politics/2331/
[57] LIBOR – current LIBOR interest rates
https://www.global-rates.com/en/interest-rates/libor/libor.aspx
[58] ANALYSIS: Are IMF, World Bank to blame for Africa’s foreign debt burden?
https://africacheck.org/fact-checks/blog/analysis-are-imf-world-bank-blame-africas-foreign-debt-burden
[59] Horrifying loan interest in the IMF and World Bank
https://www.ukessays.com/essays/economics/horrifying-loan-interest-in-the-imf-and-world-bank-economics-essay.php
[60] The Iraq War has cost the US nearly $2 trillion
https://www.militarytimes.com/opinion/commentary/2020/02/06/the-iraq-war-has-cost-the-us-nearly-2-trillion/
[61] The Real Cost Of U.S. In Libya? Two Billion Dollars Per Day.
https://www.forbes.com/sites/beltway/2011/03/28/the-real-cost-of-u-s-in-libya-two-billion-dollars-per-day/?sh=7b83dad07b5f
[62] Financing a Foreign War: Jacob H. Schiff and Japan, 1904-05
https://www.jstor.org/stable/23880523
[63] War Finance (Great Britain and Ireland)
https://encyclopedia.1914-1918-online.net/article/war_finance_great_britain_and_ireland
[64] Finance and the Thirty Years War
https://www.historylearningsite.co.uk/the-thirty-years-war/the-social-and-economic-impact-of-the-thirty-years-war/finance-and-the-thirty-years-war/
[65] list of wars
https://www.britannica.com/topic/list-of-wars-2031197
[66] The world’s 50 Richest Jews: 1-10
https://www.jpost.com/jewish-world/jewish-features/the-worlds-50-richest-jews-1-10
[67] World’s 50 most influential Jews. The Jerusalem Post’s first annual list of those who are shaping the future.
https://www.jpost.com/jewish-world/jewish-features/worlds-50-most-influential-jews-176071
[68] Today’s Jewish Corporate Heroes – Virgin Births All
https://www.bluemoonofshanghai.com/politics/3909/
[69] Hyperloop Alpha
https://www.tesla.com/sites/default/files/blog_images/hyperloop-alpha.pdf
[70] Evelyn de Rothschild, Scion of Banking Dynasty, Dies at 91
https://www.nytimes.com/2022/11/08/business/evelyn-de-rothschild-dead.html
Scelto e tradotto da CptHook per ComeDonChisciotte
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