IT — Larry Romanoff — Bernays e la Propaganda — February 10, 2021

Bernays e la Propaganda

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Larry Romanoff
thesaker.is

 

Molti anni fa, il commentatore politico ebreo-americano Walter Lippmann si era reso conto che l’ideologia politica poteva essere completamente fabbricata, usando i media per controllarne sia la presentazione che la concettualizzazione, e questo non solo per creare false e radicate credenze nella popolazione, ma anche per cancellare completamente dalla memoria pubblica idee politiche indesiderate. Questo era stato l’inizio non solo dell’isteria americana per la libertà, la democrazia e il patriottismo, ma di tutte le opinioni politiche prefabbricate, un processo che è rimasto operativo fin da allora. Lippmann aveva creato queste teorie di persuasione di massa, usando “fatti” totalmente inventati e ripetuti in continuazione ad un pubblico credulone, ma c’è molto di più in questa storia. Un ebreo austriaco di nome Edward Louis Bernays, il nipote dello psicanalista Sigmund Freud, era stato uno degli studenti più precoci di Lippmann ed era stato proprio lui a mettere in pratica le teorie di Lippmann. Bernays è ampiamente conosciuto in America come il padre delle Pubbliche Relazioni, ma sarebbe meglio chiamarlo il padre del marketing bellico americano e il padre della manipolazione di massa della coscienza pubblica.

 

Bernays sosteneva che “se comprendiamo il meccanismo e le motivazioni della mente di gruppo” sarà possibile “controllare e irreggimentare le masse secondo la nostra volontà senza che esse lo sappiano.” Aveva chiamato questa tecnica scientifica di condizionamento mentale “ingegneria del consenso” e, per realizzarla, aveva fuso tra loro le teorie della psicologia della folla con concetti tratti dalla psicanalisi di suo zio, Sigmund Freud. Bernays considerava la società irrazionale e pericolosa, dotata di un “istinto di gregge” ed era convinto che, se il sistema elettorale multipartitico (inventato dalle elite europee come meccanismo di controllo della popolazione) doveva sopravvivere e continuare a servire quelle stesse elite, era necessaria una massiccia manipolazione della mente pubblica. Queste élite, “persone invisibili,” avrebbero avuto, attraverso la loro influenza sul governo e il controllo dei media, il monopolio del potere di modellare i pensieri, i valori e le risposte della cittadinanza. La sua convinzione era che questo gruppo avrebbe dovuto inondare il pubblico con disinformazione e propaganda emotiva per “ingegnerizzare” l’acquiescenza delle masse e quindi governare su di esse. Secondo lui, questo consenso fabbricato delle masse, creando una conformità di opinione plasmabile attraverso una falsa propaganda, sarebbe stato vitale per la sopravvivenza della democrazia. (1) (1a) (2)

Bernays aveva scritto: “La manipolazione cosciente e intelligente delle abitudini e delle opinioni organizzate delle masse è un elemento importante della società democratica. Coloro che manipolano questo meccanismo invisibile della società costituiscono un governo invisibile che è il vero potere dominante del nostro paese.” Aveva affermato che in America, le persone sono governate, hanno le menti plasmate, i gusti formati, le idee suggerite, in gran parte da uomini di cui non hanno mai sentito parlare. Sosteneva che: “Questo è il logico risultato del modo in cui la nostra società democratica è organizzata. Un gran numero di esseri umani deve cooperare in questo modo. In quasi ogni atto della nostra vita quotidiana siamo dominati da un numero relativamente piccolo di persone che comprendono i processi mentali e i modelli sociali delle masse. Sono loro che tirano i fili che controllano la mente pubblica.” (3)

Nella sua opera principale intitolata ‘Propaganda‘, (4) (4a), scritta nel 1928, Bernays sosteneva che la manipolazione dell’opinione pubblica era una parte necessaria della democrazia, perchè in essa gli individui erano intrinsecamente pericolosi (per la rapacità delle élite) ma potevano essere imbrigliati e canalizzati da queste stesse élite per il loro vantaggio economico. Aveva inoltre scritto che “Nessun sociologo serio crede più che la voce del popolo esprima una qualche… idea saggia. La voce del popolo esprime la mente del popolo, e quella mente è costruita da … quelle persone che capiscono la manipolazione dell’opinione pubblica. È composta da pregiudizi ereditati, simboli, cliché e formule verbali forniti loro dai leader. Fortunatamente, il … politico è in grado, attraverso lo strumento della propaganda, di plasmare e formare la volontà del popolo.” Ovviamente credeva che il controllo virtualmente totale di una popolazione fosse possibile e forse anche facile da realizzare: “Sono così numerose le menti che possono essere irreggimentate e così tenaci quando sono irreggimentate, che (producono) una pressione irresistibile di fronte alla quale legislatori, editori e insegnanti sono impotenti.

E non erano solo le masse del pubblico ad essere “intrinsecamente pericolose,” anche i leader di una nazione rientravano in questa descrizione e quindi richiedevano anch’essi manipolazione e controllo. Bernays si era reso conto che se si possono influenzare i leader di una nazione, con o senza la loro consapevole cooperazione, allora è possibile controllare il governo e il paese, ed è proprio lì che si era concentrato. Ancora Bernays: “In alcuni settori della nostra vita quotidiana, in cui ci immaginiamo come agenti liberi, (in realtà) siamo governati da dittatori che esercitano un grande potere. Ci sono governanti invisibili che controllano i destini di milioni di persone. Non ci si rende generalmente conto fino a che punto le parole e le azioni dei nostri uomini pubblici più influenti siano dettate da persone scaltre che operano dietro le quinte. Né, cosa ancora più importante, fino a che punto i nostri pensieri e le nostre abitudini sono modificati dalle autorità.” Continua dicendo che “Il governo invisibile tende ad essere concentrato nelle mani di pochi a causa dei costi per manipolare la macchina sociale che controlla le opinioni e le abitudini delle masse“. E in questo caso, i “pochi” sono le ricche élite, i loro ancor più ricchi banchieri e i loro accoliti che controllano i media, l’editoria e l’industria dello spettacolo.

Il presidente degli Stati Uniti Wilson voleva disperatamente adempiere ai suoi obblighi nei confronti dei suoi capi facendo entrare gli Stati Uniti nella Prima Guerra Mondiale, come essi desideravano, ma non aveva avuto molto successo con l’opinione pubblica; pochi Americani volevano entrare nella guerra europea. Nel 1917, Wilson aveva fondato quello che era stato chiamato The Committee on Public Information, con Bernays uno dei membri di spicco. Erano stati i vasti schemi di propaganda di Bernays e la sua influenza nel promuovere l’idea, palesemente falsa, che l’entrata in guerra degli Stati Uniti avesse come scopo principale quello di “portare la democrazia in tutta Europa,” che si erano dimostrati efficaci nel modificare l’opinione pubblica sulla guerra. Grazie ad Edward Bernays era nato il marketing bellico americano, e non sarebbe più morto.

Fino alla Prima Guerra Mondiale, le teorie sul come creare un’opinione pubblica completamente falsata, basata sulla disinformazione, per poi manipolarla e controllare la popolazione, erano ancora solo teorie, ma lo stupefacente successo della propaganda di Bernays e del suo gruppo durante la guerra aveva dimostrato la possibilità di controllare in perpetuo la mente pubblica su ogni argomento. Gli “scaltri” strateghi del “governo invisibile” di Bernays avevano quindi sviluppato una tecnica standard,  essenzialmente propaganda e controllo mentale, o almeno controllo delle opinioni, e la avevano fatta filtrare in tutto il governo degli Stati Uniti, nei suoi dipartimenti e agenzie, nei suoi leader e rappresentanti politici. Contemporaneamente, avevano anche infettato i leader di ogni gruppo identificabile, religioso, commerciale, patriottico, sociale e incoraggiato queste persone ad infettare allo stesso modo i loro sostenitori.

Bernays, apparentemente, era rimasto sbalordito dall’eccezionale successo del suo slogan sulla democrazia e dalla campagna di odio con cui aveva ribaltato l’opinione pubblica a favore della guerra, e così aveva immediatamente iniziato ad applicare il suo modello alle imprese del tempo di pace. “Applicando alle idee del pubblico le teorie freudiane di suo zio, Bernays si era reso conto che provocare la paura del comunismo e poi manipolare le emozioni del pubblico contro di esso, poteva essere una ricetta di sicuro successo per il condizionamento dell’opinione pubblica e per il controllo della popolazione. Questa teoria era così efficace che, durante la Guerra Fredda, era diventata un’arma vera e propria.” Il termine ‘propaganda‘ aveva acquisito una cattiva reputazione così Bernays aveva creato e promosso il termine ‘Relazioni Pubbliche‘, ma, naturalmente, il vero significato era ben diverso. L’etica delle PR di Bernays implicava la manipolazione psicologica e il controllo della mente pubblica attraverso una propaganda abilmente concepita e completamente falsa.

Le colpe di Bernays vanno al di là dell’ingresso americano nelle due Guerre Mondiali, visto che la sua opera è stata determinante nel preparare la strada per la cannibalizzazione e la colonizzazione militare di gran parte del mondo e per l’installazione e il supporto da parte degli Stati Uniti di dozzine di brutali dittature militari in tutto il pianeta. Il suo primo progetto internazionale era stato quello di aiutare il rovesciamento, da parte degli Stati Uniti, del governo popolare di Jacobo Arbenz in Guatemala. A quel tempo, la United Fruit Company dei Rockefeller, insieme a  varie élite statunitensi e a finanzieri internazionali possedevano la maggior parte del Guatemala, compreso il 70% di tutta la terra coltivabile, le strutture di comunicazione, l’unica ferrovia e il porto marittimo, e controllavano la maggior parte delle esportazioni. Quando Arbenz aveva iniziato le espropriazioni e la ridistribuzione delle terre, Bernays aveva sviluppato una massiccia campagna di propaganda volta a presentare Arbenz come un comunista, un terrorista, un nemico della democrazia, un disonore per l’umanità, e molto altro, al punto che l’opinione pubblica americana aveva sostenuto una farsa scandalosa e una delle più brutali violazioni dei diritti umani nella storia degli Stati Uniti. Il modello di Bernays è stato usato circa 70 volte con le invasioni statunitensi di altrettante nazioni, ed è questa una delle cause della vasta disconnessione tra ciò che il popolo americano crede che il suo governo abbia fatto e ciò che ha effettivamente fatto. Come nota a margine, il Guatemala si era appellato alle Nazioni Unite per fermare la massiccia interferenza americana nel Paese, una supplica che era stata accolta con simpatia dal segretario generale dell’ONU, Dag Hammarskjold, che si era dimostrato poco arrendevole agli interessi degli USA. Alcuni anni dopo aveva nuovamente interferito con gli interessi americani e, per questo motivo, era poi stato assassinato dalla CIA.

Ho recentemente discusso della mentalità in bianco e nero che pervade l’America. Gran parte di essa deriva dalle versioni del Cristianesimo da caccia alle streghe che gli Americani hanno abbracciato, ma molta della colpa ricade anche sui metodi propagandistici di Bernays. Bernays stesso affermava che la propaganda poteva produrre nel pubblico risposte emotive rapide e forti, ma che la gamma di queste risposte era limitata perché il carico emotivo di questa propaganda avrebbe creato una sorta di mentalità binaria, costringendo alla fine la popolazione in un mondo programmato in bianco e nero, che è esattamente ciò che vediamo negli Stati Uniti di oggi. Questo non è difficile da capire. In una discussione su un’opzione paesaggistica per il nostro giardino, potremmo avere una gamma di risposte spassionate, dall’antipatia all’adorazione, ma, quando Bernays aveva inondato il pubblico con storie inventate di Tedeschi che uccidevano i bambini, la gamma delle potenziali risposte non era spassionata ma completamente emotiva e si sarebbe limitata al rigetto o forse al blocco delle informazioni. In questo caso, il nostro interruttore emotivo verrebbe forzato in posizione “on” o “off”, senza altre possibilità di scelta intermedia. Lo vediamo nei dibattiti su argomenti come il riscaldamento globale, dove le posizioni non derivano da esperienze educative o professionali, ma tendono ad essere risposte fortemente emotive, dettate da linee ideologiche e politiche, esattamente il tipo di mentalità binaria che Bernays aveva predetto.

È interessante notare che i manipolatori, alla fine, erano diventati i manipolati. Wilson, nella sua smania di manipolare l’opinione pubblica a favore della guerra, non si era reso conto di essere lui stesso manipolato dai suoi manipolatori, da quegli stessi propagandisti d’élite di cui stava soddisfacendo le ambizioni di guerra, così come gli altri schemi che avevano già impiantato nella sua mente. Il burattinaio era diventato il burattino e la pratica era diventata permanente. I pochi dell’elite, come li chiamava Bernays, si erano subito resi conto delle potenzialità derivanti dal controllo dei governi e, in tutte le successive amministrazioni statunitensi il presidente, lo staff della Casa Bianca, i politici, i leader delle agenzie militari e dell’intelligence, erano tutti diventati prede della stessa malattia della manipolazione segreta. L’”intenso desiderio di guerra” (5) (6) (7) di Roosevelt nel 1939 era stato causato da questo stesso processo infettivo e, una volta infettato, il presidente aveva ovviamente approvato l’infezione dell’intera popolazione americana. George Bush con l’Iraq e Obama con la Libia e la Siria non sono stati diversi. Walter Lippmann e Edward Bernays hanno avuto un successo che va oltre le loro più rosee aspettative.

Bernays aveva ragione nell’affermare che la capacità di una società di partecipare ad una democrazia dipendeva da quanto la società fosse ben informata, ma gli Americani non riescono a capire che è l’ignoranza e non la conoscenza o l’educazione che protegge l’esistenza dei sistemi politici multipartitici. Questo è il motivo per cui i leader americani, controllati dallo stesso “governo invisibile” e con i media posseduti da un’élite assolutamente compiacente, hanno intenzionalmente travisato il loro mandato nei confronti del pubblico, mentre la loro “élite di pochi” si è specializzata in un massiccio revisionismo storico, specialmente per quel che riguarda la storia americana nel mondo e gli effetti di quella storia sulle altre nazioni. Mantenendo gli Americani ignoranti e disinformati, le loro menti piene di sciocchi e falsi miti, e sempre distratti da fatti irrilevanti, i leader americani e i loro burattinai hanno usato le teorie di Bernays per controllare l’opinione pubblica e le sue credenze con bugie, religione, patriottismo e propaganda emotiva. Si tratta di una vera e propria “ignoranza architettata,” creata da un programma continuo di disinformazione, manipolazione e inganno, una sovversione astutamente pianificata del pubblico americano.

L’opprimente nebbia ideologica politico-religiosa che permea l’America di oggi è dovuta a decenni di inganni istituzionalizzati e di propaganda, ed è la causa diretta di gran parte della famosa ignoranza del popolo americano. Anche la loro ideologia capitalista è radicata in concezioni economiche errate e falsa propaganda, con il risultato che quasi nessun Americano oggi ha una qualche comprensione delle ragioni reali (e in gran parte criminali) del successo economico della loro nazione. La sorprendente estensione della polarizzazione binaria della politica e del governo è un altro esempio, eppure pochi Americani riescono a comprendere la loro condizione. Come ha notato un autore, “In America i ricchi hanno creato un sistema intrinsecamente squilibrato a vantaggio degli stessi ricchi e stanno lavorando attraverso l’uso della propaganda e della disinformazione per convincere gli Americani che il sistema è giusto, o, semmai, ingiustamente prevenuto verso i poveri.” E ancora: “Il sistema economico che l’America ha sviluppato dipende dallo sfruttamento di paesi stranieri e dall’acquisizione di risorse straniere, ed è per questo che (gli USA) perseguono una strategia di preminenza globale.” Prosegue affermando che la politica estera della destra americana è stata sviluppata attraverso un’ampia propaganda e l’esagerazione delle minacce straniere, al fine di mantenere le condizioni per il sostegno pubblico e per giustificare la soppressione del dissenso.

Ho scritto prima che nessun governo di destra potrebbe sopravvivere se venissero completamente alla luce tutte queste verità, perché la maggior parte di esse sono amaramente antisociali e progettate solo per dirottare la ricchezza della nazione verso i relativamente pochi membri dell’élite e della finanza. Per poter funzionare, un governo di destra come quello degli Stati Uniti deve essere sempre più segreto e fare sempre più affidamento su Bernays e sulla sua propaganda per generare nella popolazione sia un consenso che un’ignoranza artificiosa, senza i quali una democrazia non potrebbe sopravvivere. Questo è talmente vero che, dopo la Seconda Guerra Mondiale, l’esercito statunitense aveva pesantemente controllato i media nella Germania e nel Giappone occupati perché aveva riconosciuto che i media potevano facilmente educare i cittadini ai pericoli della presenza americana, sia in patria che in Europa. Questo velo di segretezza è stato portato a tal punto che le élite americane e internazionali hanno creato quello che uno scrittore ha chiamato un enorme quadro di bugie che funziona come un’arena, all’interno della quale la propaganda è presentata al popolo americano come informazione, ma dove la realtà è molto diversa da quella in cui opera la leadership americana. Lo stesso scrittore ha puntualizzato che: “All’interno di questa cornice di bugie il mondo appare come un luogo semplicistico di bene e di male. La sensazione degli Americani di essere il popolo di maggior successo sulla Terra e che l’America sia anch’esso il Paese di maggior successo, viene usata per sostenere l’idea che le politiche americane siano intrinsecamente altruiste perché la nostra cultura ci dice che il successo è la misura della bontà. La verità, però, è che l’America ha successo proprio perché la politica americana non è altruista.”

Il prossimo articolo di questa serie delineerà in dettaglio gli inizi (e i risultati devastanti) degli sforzi iniziali di Bernays.

Larry Romanoff

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Note

    1. https://www.amazon.com/Engineering-Consent-Edward-L-Bernays/dp/B0007DOM5E;

(1a) https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/1/1b/The_Engineering_of_Consent_%28essay%29.pdf

(2) http://classes.dma.ucla.edu/Fall07/28/Engineering_of_consent.pdf

(3) https://www.goodreads.com/quotes/203430-the-conscious-and-intelligent-manipulation-of-the-organized-habits-and

(4) https://www.amazon.com/Propaganda-Edward-Bernays/dp/0970312598; (4a) http://www.historyisaweapon.com/defcon1/bernprop.html

(5) https://famguardian.org/Subjects/Scams/FDR/fdr.htm

(6) https://www.chroniclesmagazine.org/article/wikileaks-1941/

(7) https://mises.org/library/roosevelt-nobody-knows

Fonte: thesaker.is
Link: http://thesaker.is/bernays-and-propaganda/
06.02.2021

Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org